Lunedì il giuramento di Napolitano. Giuristi al lavoro per sciogliere il nodo dimissioni
I giuristi nelle Istituzioni sono al lavoro in queste ore per verificare quale debba essere il percorso, ossia se è necessario anticipare le dimissioni per far partire il nuovo settennato o se attendere la scadenza naturale anche alla luce del nuovo contesto politico che si è creato
ROMA - Se Giorgio Napolitano dovesse essere rieletto questo pomeriggio, alla sesta votazione, presidente della Repubblica il suo nuovo settennato potrebbe iniziare ufficialmente già lunedì prossimo. Lunedì, infatti, che potrebbe tenersi il giuramento del Capo dello Stato sulla Costituzione. In questo quadro Napolitano dovrebbe dimettersi già oggi per poi riassumere l'incarico, il bis, lunedì. Domani a fare le veci di Capo dello Stato il presidente del Senato Pietro Grasso, in funzioni di supplente.
NODI PROCEDURALI - Trattandosi di rielezione al Colle, unicum che non ha precedenti, c'è da sciogliere però anche il nodo procedurale: i giuristi nelle istituzioni sono al lavoro in queste ore per verificare quale debba essere il percorso, ossia se è necessario anticipare le dimissioni per far partire il nuovo settennato o se attendere la scadenza naturale anche alla luce del nuovo contesto politico che si è creato.
Ma anche per l'urgenza del momento pare che la prima ipotesi, che vuole subito un mandato 'pieno' per Napolitano, sia quella più probabile rispetto alla via, necessariamente più 'attendista', che vedrebbe il presidente giungere fino al 15 maggio, per poi iniziare il nuovo settennato. Non è un dettaglio perchè, come è noto, Napolitano, negli ultimi sei mesi del mandato, non ha il potere di sciogliere le Camere. Con un settennato nuovo di zecca sì e questo è un elemento che giocherà un ruolo anche nella partita della formazione del governo.
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