11 ottobre 2024
Aggiornato 22:00
Politica & Inchieste

Monti e il paragone con Tangentopoli

«Purtroppo sì, l'evidenza è molto simile, la speranza è minore». E' il paragone tra Tangentopoli e la serie di inchieste di questi giorni che traccia Mario Monti, ospite della trasmissione Agorà su RaiTre. Il Premier: «Tangenti non sono ineluttabili, Berlusconi non l'ha contrastate»

ROMA - «Purtroppo sì, l'evidenza è molto simile, la speranza è minore». E' il paragone tra Tangentopoli e la serie di inchieste di questi giorni che traccia Mario Monti, ospite della trasmissione Agorà su RaiTre. «Nel '92 -'93 l'azione della magistratura come liberatoria, fu scoperto un fenomeno che esisteva da tanto tempo, ma non così visto e discusso e si pensava che l'azione della magistratura e la coscienza dei cittadini cambiassero le cose». Tuttavia «l'azione della magistratura meritoriamente è andata avanti, purtroppo la coscienza dei politici si è molto seduta e quindi siamo qui di nuovo» ha detto il premier uscente.

A questo punto «speriamo che venga meno un sistema di potere se genera queste cose. Ho visto qualche mese fa la fatica che ha fatto il governo per far approvare, contro le resistenze del Pdl, una legge contro la corruzione però lacunosa e da intensificare. Quindi non si è disposti a far rendere l'Italia un Paese moderno da questo punto di vista». Monti ha poi commentato la «giustificazione» delle «commissioni» fatta dal Silvio Berlusconi. «Che le tangenti esistano frequentemente negli affari, soprattutto in certi Paesi, è la realtà. Che quindi debba considerarsi una necessità ineluttabile lo rifiuto. Dopo tanti di anni di governo Berlusconi non c'era una efficace legge anticorruzione e lì non c'entra il terzo mondo...».

«L'Italia è uno dei Paesi più importanti del mondo, anche se eravamo caduti nel ridicolo, con comportamenti che non rientrano nella prassi normale dei governanti pubblici» ha aggiunto Monti, e alla richiesta di specificare i comportamenti cui si riferisse, ha risposto: «Non ho bisogno di citare espressioni diventate universalmente note», rievocando - sembra - il 'bunga bunga'. Il ragionamento del candidato di Scelta Civica è partito dalla definizione delle «commissioni» come di una necessità, secondo Berlusconi: «Siamo in un provincialismo spinto. Molti candidati che non hanno visto il mondo, chi ha governato il Paese per tanti anni come Berlusconi deve far sì che si vada avanti nel mondo» nella legislazione anticorruzione, «e non di accettare tutto come se l'Italia fosse irrilevante».

Inoltre Monti ha fatto un appello prima del voto: «Questo passaggio dalla partitocrazia alla partitoRazzia faccia riflettere cittadini. Sembra che molti politici stiano facendo di tutto per aiutare Grillo», ma tra i cittadini «chi ha più il gusto della protesta trova Grillo, chi vuole cambiare le cose trova Scelta Civica».