14 dicembre 2024
Aggiornato 23:00
Giustizia | Inchiesta ENAV-Finmeccanica

ENAV: Borgogni ai Pm, non avevo potere decisionale

Difensore: «Su di lui troppe attese, il suo ruolo è limitato». Borgogni è indagato per concorso in illecito finanziamento dei partiti in relazione alla cessione della barca del parlamentare Pdl Marco Milanese

ROMA - Lorenzo Borgogni, quale responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica, doveva svolgere un ruolo di filtro rispetto alle richieste e segnalazioni di ogni genere che arrivavano da imprenditori, politici ed altri soggetti. Il manager ha ribadito la correttezza del suo operato nel corso dell'interrogatorio avvenuto ieri davanti ai pm romani, Paolo Ielo, Giovanni Bombardieri e Rodolfo Sabelli, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Enav.

Borgogni è indagato per concorso in illecito finanziamento dei partiti in relazione alla cessione della barca del parlamentare Pdl Marco Milanese. Agli inquirenti Borgogni ha smentito di essere uno degli artefici del meccanismo di sovrafatturazione, di creazioni di fondi neri e di finanziamento illecito dei politici attuato tramite gli appalti affidati senza gara. «Della storia dello yacht ho saputo a cose fatte - ha detto in sostanza, ai pm - Sino al 2005, con la gestione di Prudente sono stato a conoscenza di fatti inerenti ad Enav, ma con l'arrivo di Guido Pugliesi, i rapporti non proprio idilliaci con quest'ultimo tale conoscenza è venuta meno».

Difensore: Il suo ruolo è limitato - Il difensore di Borgogni, l'avvocato Stefano Bortone, ha affermato: «Nonostante da parte del mio assistito perduri un atteggiamento di massima disponibilità e lealtà processuale verso l'autorità giudiziaria e verso tutti i pubblici ministeri che lo hanno sentito resta l'impressione che ci sia spesso un'aspettativa maggiore rispetto a quella che è la realtà dei fatti». Per Borgogni era stato chiesto l'arresto, ma il gip ha respinto la richiesta. «Il mio cliente - ha aggiunto Bortone - conosce moltissime persone e fatti attinenti alla vita di Finmeccanica, ma ciò non significa che sia al corrente di ipotetici reati eventualmente consumati da persone entrate in contatto con il gruppo per il suo tramite».