Ingroia: Governo PD, SEL e Rivoluzione civile è possibile
Il voto per Rivoluzione civile è dato a un partito destinato all'opposizione? Lo ha domandato Enrico Mentana al leader di Rc Antonio Ingroia nel corso di una intervista al Tg La7. «No affatto, esattamente il contrario», è stata la replica del candidato premier della coalizione di sinistra
ROMA - Il voto per Rivoluzione civile è dato a un partito destinato all'opposizione? Lo ha domandato Enrico Mentana al leader di Rc Antonio Ingroia nel corso di una intervista al Tg La7. «No affatto, esattamente il contrario», è stata la replica del candidato premier della coalizione di sinistra.
«Ora che hanno le idee chiare - ha spiegato Ingroia riferendosi alle parole del leader democratico Bersani sul rapporto con Monti - io dico all'elettorato che si sente di sinistra e di centrosinistra che l'unica possibilità di riportare la coalizione di centrosinistra sulla - tra virgolette - retta via, cioè per fare una politica di centrosinistra e non fare l'accordo con Monti è dare a noi più voti di Monti».
«Quindi - ha detto ancora l'ex procuratore aggiunto di Palermo - gli elettori del Pd diano il loro voto, anziché a un Pd che non ha le idee chiare e certamente non di sinistra ma va dritto verso l'abbraccio mortale con Monti, nel senso che il centrosinistra non è più tale, votino Rivoluzione civile. Rivoluzione civile, crescendo al di sopra dell'8 per cento e anche del 9, potrà certamente fare una proposta di governo al Pd per la quale andrebbero insieme al Governo Pd, Sel, Rivoluzione civile, senza Monti. Questa è la nostra proposta».
Berlusconi con il condono incita all'evasione - «Rivoluzione civile è contraria a ogni forma di condono. In questo siamo radicalmente alternativi a Berlusconi che, con la sua proposta, incita l'evasione fiscale. Noi, invece, abbiamo strumenti e mezzi per individuare gli evasori fiscali, confiscare i loro patrimoni e restituire ai cittadini il maltolto. Questa è Rivoluzione civile, la rivoluzione degli onesti».
Non mi dimetto. Se non eletto torno in Guatemala - «Non ritengo di dimettermi da magistrato e non rientrerò mai per svolgere le stesse funzioni come Procuratore di Palermo perché capisco che ci sarebbero molte critiche e polemiche».
«Sono contrario alle dimissioni del magistrato in politica. Ci sono dei magistrati che l'hanno fatto come Di Pietro e De Magistris e altri che non si sono dimessi. Ritengo sia una scelta legittima perché è normale che una attività parlamentare sia considerata come una tappa di servizio che costituisce una tappa di un'attività professionale di un imprenditore, di un giornalista e come quella di un magistrato perché sono contrario ai professionisti della politica. Credo ci debba essere un interscambio fra politica e società».
«Preferirei ci fosse una legge e ci batteremo in parlamento per una legge che disciplini il rientro dei magistrati» osserva. Se non fosse eletto? «Se non vengo eletto torno in Guatemala» conclude Ingroia.