3 ottobre 2025
Aggiornato 07:30
Emergenza carceri

Monti: Amnistia non basta, risposte sono altre

Il Premier a Pannella: D'accordo sulla «gravità della disfunzione» che affligge la giustizia italiana ripercuotendosi sulla situazione carceraria. Ma la risposta non può «ridursi all'amnistia» ma necessita risposte strutturali come pene alternative al carcere. Severino: «Segnale 16 milioni per lavoro, avanti con riforme»

ROMA - D'accordo sulla «gravità della disfunzione» che affligge la giustizia italiana ripercuotendosi sulla situazione carceraria. Ma la risposta non può «ridursi all'amnistia» ma necessita risposte strutturali come pene alternative al carcere, depenalizzazione di alcuni illeciti, investimenti nell'edilizia carcerare e «soprattutto» un migliore funzionamento della giustizia. E' la rispsota che il premier Mario Monti ha dato alla lettera inviatagli lunedì da Marco Pannella sull'amnistia.

«Condivido la tua valutazione circa la gravità della disfunzione, talvolta ai limiti della paralisi, che affligge questo settore vitale dello Stato», scrive Monti, che aggiunge: «Sono però convinto che ridurre alla questione dell'amnistia la soluzione di un problema così complesso non sarebbe un'impostazione realistica e costruttiva, tenuto anche conto che un'amnistia, non aggredendo le cause più strutturali della grave piaga delle carceri, non eviterebbe il ripresentarsi del problema in tempi successivi ed in modo forse peggiorato».

Monti ritiene «invece necessaria una più larga e seria sperimentazione di misure penali alternative al carcere, una depenalizzazione di illeciti per i quali il carcere non costituisce una risposta appropriata, nuovi investimenti nell'edilizia carceraria, ma soprattutto una profonda riorganizzazione del lavoro giudiziario e responsabilizzazione dei magistrati riguardo ai tempi di trattazione dei procedimenti, in larga parte possibile anche a legislazione invariata, come dimostrano alcune importanti sperimentazioni già in atto. Come sari, una parte limitata ma non insignificante di queste misure era contenuta nel disegno di legge che il governo ha presentato, ma i partiti in Senato hanno preferito che un così importante provvedimento non vedesse mai la luce». La lettere si conclude «con l'augurio che di tutto questo si possa discutere nel prossimo futuro in modo meno concitato e più pragmaticamente costruttivo».

Severino: Segnale 16 milioni per lavoro, avanti con riforme - «Il finanziamento del lavoro carcerario è finalmente una bella notizia, un passo in avanti nel cammino delle riforme strutturali che la recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo chiede all'Italia di percorrere per affrontare il sovraffollamento penitenziario». Il ministro della Giustizia Paola Severino commenta con soddisfazione la decisione del presidente del Consiglio Mario Monti che, su sua proposta, ha deliberato di destinare 16 milioni di euro, facenti parte del fondo Legge di Stabilità per il finanziamento di esigenze indifferibili, all'attività lavorativa dei detenuti.

«Confido fermamente che le Commissioni parlamentari competenti aderiranno favorevolmente alla decisione del governo. Ho già avuto modo di esprimere la mia grande amarezza per il mancato via libera definitivo, al Senato, del provvedimento del governo sulle misure alternative, e anche per lo svuotamento, alla Camera, nel disegno di legge Stabilità, di fondi da destinare al settore giustizia. Finanziare il lavoro dei detenuti - sottolinea il Guardasigilli - significa dare loro una chance, ma anche investire in sicurezza sociale. Studi scientifici su questo punto sono incontrovertibili: il rischio di tornare a delinquere tra coloro che restano chiusi tutto il tempo in una cella è tre volte superiore se paragonato alla recidiva di detenuti che lavorano o di chi sconta la condanna con misure alternative».

«Il Parlamento, come ci ha saggiamente ricordato anche il capo dello Stato in occasione della condanna della Corte di Strasburgo, ha già perso un'importante occasione per invertire la rotta del sovraffollamento. Il parziale rifinanziamento del lavoro carcerario è un segnale. Ma pur sempre importante», conclude Severino.

PD: Monti sia sobrio, noi per norme anti-sovraffollamento - «Almeno nelle sue comunicazioni istituzionali il presidente Monti ritrovi quella sobrietà e terzietà che ha perso dalla sua scesa in campo: la smetta di fare di tutta l'erba un fascio. In Senato il Pdl e la Lega hanno deciso di affossare le norme sulle pene alternative al carcere. Il Pd, che ha fortemente contribuito a scrivere quel provvedimento, l'ha sempre sostenuto come ha sempre riconosciuto anche il ministro Severino». Così la capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, capolista in Lazio 2, ha commentato le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Mario Monti che oggi, in riferimento alla legge sulle misure alternative al carcere, ha detto «i partiti in Senato hanno preferito che un così importante provvedimento non vedesse mai la luce».