29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Politiche europee | Crisi del debito

Monti-Hollande: Euro irreversibile

Nota congiunta firmata al termine del bilaterale di Lione tra mario Monti e Francois Hollande. La Francia e l'Italia «ribadiscono l'irreversibilità dell'Euro e sono decise a preservarne l'integrità. Hanno accolto con favore l'accordo raggiunto sulla Grecia, in grado di consentire lo sviluppo economico del paese e di rafforzare la fiducia nell'Eurozona»

LIONE - La Francia e l'Italia «condividono una visione comune del futuro dell'Europa basata sulla crescita competitiva e sostenibile, il progresso sociale, la solidarietà e la democrazia. Sono decise ad attivare tutti gli strumenti in essere a favore della crescita a livello europeo e in quest'ambito chiedono una piena e completa attuazione del Patto per la crescita e l'occupazione che tenga conto, per gli investimenti, della qualità delle spesa pubblica. A questo proposito, vogliono continuare ad approfondire il mercato interno e sviluppare politiche comuni in campo sociale, energetico, spaziale e della difesa». E' quanto si legge nella nota congiunta firmata al termine del bilaterale di Lione tra Mario Monti e Francois Hollande.

Euro irreversibile - La Francia e l'Italia «ribadiscono l'irreversibilità dell'Euro e sono decise a preservarne l'integrità. Hanno accolto con favore l'accordo raggiunto sulla Grecia, in grado di consentire lo sviluppo economico del paese e di rafforzare la fiducia nell'Eurozona. La Francia e l'Italia desiderano conferire all'area Euro una nuova ambizione politica e democratica e s'impegnano a favore di un rafforzamento dell'unione economica e monetaria fondato sull'integrazione e la solidarietà tra gli Stati membri».
I due Presidenti «sottolineano l'importanza della reciprocità nell'apertura dei mercati e auspicano l'approvazione in tempi brevi della proposta di regolamento sull'accesso agli appalti pubblici dei paesi terzi».
La Francia e l'Italia inoltre «sono determinate a difendere una nuova ambizione sociale per l'Europa, che deve rinnovare l'obiettivo del progresso sociale, in primo luogo con la lotta alla disoccupazione, soprattutto dei giovani e dei lavoratori anziani, un'azione determinata per ridurre la povertà e l'esclusione sociale e per assicurare un elevato livello di protezione sociale per tutti».

Svalutazione Euro? Non è tabù, ma impraticabile - «La svalutazione dell'euro non è tabù, ma una pista poco praticabile». Lo ha detto il premier Mario Monti, intervistato a Lione dal canale satellitare Euronews, insieme al presidente francese Francois Holande, secondo anticipazioni fornite dall'emittente.
«In economia non devono esistere tabù - ha spiegato Monti - ma non considero tuttavia che la svalutazione dell'euro sia una pista praticabile. Ritengo piuttosto necessario investire in 'più Europa'». Investire in più Europa, ha spiegato il premier con una metafora «affinché l'Europa di domani sia più forte non solo nel freno, ma anche nell'acceleratore».
«Credo molto nel mercato comune come motore di crescita - ha aggiunto - ma finora non è stato lasciato girare come avrebbe potuto». L'intervista integrale andrà in onda su Euronews questa sera a partire dalle ore 20.

Schifani: Europa progetto di pace, nessuna divisione - «In un momento in cui anche per l'approssimarsi della prossima scadenza elettorale sembrano riproporsi tensioni tra le forze politiche, mi piace ricordare come il 23 luglio 2008 l'aula del Senato benché ancora non lontana fosse l'eco della campagna elettorale che si era svolta pochi mesi prima, fu capace di trovare l'unanimità nell'approvazione del Trattato di Lisbona». Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, intervenendo a palazzo Giustiniani al convegno su «La dichiarazione di Bruxelles 'Pledge to peace' dal Parlamento europeo a Roma il percorso di pace continua».
Raggiunta sul Trattato che incorporava nell'ordinamento dell'Unione la Carta dei diritti fondamentali ai quali è ispirata la dichiarazione 'Pledge to peace', quell'unanimità dell'assemblea rende ancora oggi «fiero» il presidente del Senato perché, ha sottolineato Schifani, «fu un'unanimità raggiunta nel segno dell'Europa progetto di pace».