24 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Tutti vogliono cambiare il ddl Malan

Legge elettorale, presentati 222 emendamenti

Duecentoventidue emendamenti per ritoccare, modificare, a volte stravolgere, in alcuni casi addirittura azzerare il ddl Malan, il testo base adottato dalla commissione Affari Costituzionali del Senato la scorsa settimana per riformare la legge elettorale: la maggior parte dal Partito Democratico

ROMA - Duecentoventidue emendamenti per ritoccare, modificare, a volte stravolgere, in alcuni casi addirittura azzerare il ddl Malan, il testo base adottato dalla commissione Affari Costituzionali del Senato la scorsa settimana per riformare la legge elettorale: sono arrivati oggi pomeriggio alle 18, la maggior parte dal Partito Democratico ma 15 anche dal relatore Lucio Malan: «Tutti di drafting», assicura, ma la speranza del presidente della Commissione Carlo Vizzini è che mirino a correggere quello che sembra il punto più problematico dell'articolato, ovvero la grandezza delle circoscrizioni al Senato. Su tutte la Lombardia, con i suoi 10 milioni di abitanti. D'altra parte solo da singoli senatori Pdl sono stati depositati 48 richieste di modifiche, per ora non rese note nei contenuti.

I quindici emendamenti della presidenza del Pd (in tutto dal gruppo ne sono arrivati 64) puntano innanzitutto a cancellare le preferenze, previste dal testo Malan, riproponendo sostanzialmente il contenuto del ddl Finocchiaro-Zanda che prevedeva 309 collegi uninominali alla Camera e 155 al Senato e liste bloccate corte; una soglia di sbarramento unica al 5 per cento; un premio di maggioranza alla lista o alla coalizione più votata, pari al 15 per cento; il vincolo della rappresentanza paritaria di genere: 50 per cento del totale delle candidature presentate da un partito nei collegi e nelle liste più l'obbligo di alternanza di genere nelle liste. In alternativa alle 26 circoscrizioni del Porcellum, invariate nel testo Malan, alla Camera il Pd propone le 32 (31 più la Valle d'Aosta) circoscrizioni elettorali vigenti fino al 1993 (cioè prima del Mattarellum). Al Senato, in alternativa alle circoscrizioni regionali previste da Malan, si propone che le regioni più grandi vengano suddivise in circoscrizioni subregionali.

Punta a ripristinare il mattarellum, come chiesto dal referendum - bocciato dalla Consulta - per cui erano state raccolte oltre un milione di firme, l'Italia dei Valori: il gruppo dipietrista ha presentato 15 emendamenti chiedendo, oltre al ripristino del sistema di voto antecedente al Porcellum, l'incandidabilità parlamentare per condannati con sentenza definitiva per un delitto non colposo, il controllo della Corte dei Conti sui partiti, l'abbassamento della soglia di sbarramento nazionale dal 5% al 4% e il limite minimo del 40% per l'attribuzione del premio di governabilità.

Una soglia minima del 40% per l'attribuzione del premio del 12,5% alla coalizione vincente previsto dal ddl Malan la chiede anche il leghista Roberto Calderoli che domani mattina manderà una lettera a tutti i senatori per spiegare le modifiche chieste dal Carroccio: una su tutte quella della grandezza eccessiva delle circoscrizioni al Senato, coincidenti con le regioni; poi un emendamento contro le preferenze che, ricorda lo stesso Calderoli, sono state bocciate per referendum dagli italiani.

Più alta la soglia minima prevista dagli emendamenti dell'Udc (29 in tutto): se la coalizione ottiene «almeno il 42% dei voti, il premio variabile può arrivare fino a 76 seggi alla Camera in ragione del conseguimento del limite massimo di 346 seggi. Nel caso in cui la lista o la coalizione di liste che ha conseguito il maggior numero di voti validi espressi a livello nazionale abbia ottenuto meno del 42% dei voti validi, il premio viene assegnato alla sola lista che ha ottenuto il maggiore numero di voti validi nella misura fissa di 31 seggi».

Al Senato, invece, le proposte di modifica firmate da Gianpiero D'Alia chiedono che se la coalizione ottiene «almeno il 42% dei voti, il premio variabile può arrivare fino a 37 seggi in ragione del conseguimento del limite massimo di 173 seggi. Nel caso in cui la lista o la coalizione di liste che ha conseguito il maggior numero di voti validi espressi nell'insieme delle regioni abbia ottenuto meno del 42% dei voti validi, il premio viene assegnato alla sola lista che ha ottenuto il maggiore numero di voti validi nella misura fissa di 15 seggi». L'Udc chiede anche nei suoi emendamenti di fissare un tetto alle spese per le campagne elettorali: ciascun candidato non può superare l'importo massimo derivante dal prodotto di euro 0,10 per ogni cittadino residente nelle circoscrizioni o collegi elettorali nei quali il candidato si presenta. Se viene sforato il limite massimo e sanzioni possono arrivare fino a un milione di euro.

Domani alle 8.30 inizierà in Commissione l'illustrazione degli emendamenti mentre l'esame con le votazioni prenderà il via la prossima settimana e andrà avanti, prevede Vizzini, almeno fino a metà della settimana successiva.