19 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Giustizia | Naufragio Costa Concordia

Schettino disse: Acqua piatta, gettare le lance

«E poi Dio ci pensi», aggiunge Schettino, che si riferisce all'inizio delle operazioni di evacuazione. L'acqua del mare è comunque «calma piatta», il comandante ritiene cioè che non ci siano problemi per far calare le scialuppe. Errore del timoniere, il Gip dice nuovamente no

GROSSETO - «Stiamo imbarcando acqua, penso che possiamo iniziare a mettere le lance, tanto l'acqua è calma piatta»: circa tre quarti d'ora dopo l'urto con gli scogli dell'isola del Giglio, per il comandante Francesco Schettino, che sta parlando con la Capitaneria del Porto di Livorno è arrivato il momento di far scendere i passeggeri dalla Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio.
«E poi Dio ci pensi», aggiunge Schettino, che si riferisce all'inizio delle operazioni di evacuazione. L'acqua del mare è comunque «calma piatta», il comandante ritiene cioè che non ci siano problemi per far calare le scialuppe: «non abbiamo problemi, dobbiamo solo mettere i passeggeri a mare, se ci mandate dei mezzi per cortesia...e con molta velocità».
Questo passaggio delle registrazioni audio in plancia di comando non è trascritto alla lettera dai periti del Gip, ma solo sintetizzato, in risposta al Quesito 40 sulle «comunicazioni alle competenti Autorità costiere». A p. 237 della relazione tecnica, ne sono riportate le frasi ritenute più significative per la ricostruzione di quei concitati momenti. Una differenza sottolineata dalla difesa dell'ex comandante della Concordia, nel terzo giorno dell'incidente probatorio, al Teatro Moderno di Grosseto.
Oggi è infatti la volta dell'esame delle registrazioni audio della scatola nera.

Errore del timoniere, Gip dice nuovamente no - La difesa di Francesco Schettino ha chiesto di nuovo, come ieri, che l'incidente probatorio per il naufragio della Costa Concordia fosse esteso al timoniere indonesiano che capì male un ordine del comandante, poco prima dell'impatto con gli scogli dell'isola del Giglio. Il Gip ha ritenuto che «allo stato non ci fossero le condizioni per chiamare il timoniere all'incidente probatorio», ha spiegato l'avvocato Bruno Leporatti, che assiste Schettino, all'uscita del Teatro Moderno di Grosseto

Nave era ingovernabile 50 secondi dopo l'urto - «Stamattina è emerso che dopo circa 45, 50 secondi dall'urto tutti i sistemi governo della nave erano ormai in avaria». Lo ha detto il legale di Costa Crociere, Marco De Luca, a margine dell'incidente probatorio sul naufragio avvenuto il 13 gennaio davanti all'isola del Giglio. Secondo i periti, riferisce De Luca, la nave era «ingovernabile» dopo nemmeno un minuto. Sarebbe una conferma, secondo Costa, della «casualità» dell'avvicinamento della nave al Giglio. Non ci sarebbe stata cioè alcuna «manovra eroica» da parte del comandante Francesco Schettino. «La falla è stata di tali dimensioni da provocare nel giro di circa un minuto situazioni irreversibili», ha aggiunto De Luca. Quanto riferito dal legale di Costa trova conferma tra altri legali che assistono all'udienza.