26 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Polemiche dopo la mancata partecipazione del sindaco di Firenze all'assemblea del partito

Primarie: Renzi grande assente in sala. Bersani: Avrei gradito che ci fosse

Il segretario: «Bisogna che partecipi anche alle occasioni in cui dice qualcosa e si sente rispondere. La sua assenza ha colpito molti. Non serve dire 'mi fido di Bersani', bisogna fidarsi del collettivo se ci si tiene». E intanto, annuncia l'intenzione di iniziare la sua campagna elettorale dal Cern di Ginevra

MILANO - Mentre Nichi Vendola infiamma le primarie, anche tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi si alza la temperatura. Dopo la tregua sulle regole il segretario del Pd non ha infatti perso l'occasione per manifestare tutto il suo disappunto per l'assenza del sindaco di Firenze all'assemblea del partito che ha definito la deroga allo statuto che permette al giovane sfidante di candidarsi. «Bisogna che partecipi anche alle occasioni in cui dice qualcosa e si sente rispondere. La sua assenza ha colpito molti. Ricordo, senza fare nomi e cognomi, che qualcuno è venuto anche con attaccata una flebo» ha sottolineato Bersani a «Che tempo che fa» su Rai3.

«Avrei gradito che Renzi ci fosse», ha ribadito il leader del Pd, perché «non serve dire 'mi fido di Bersani', bisogna fidarsi del collettivo se ci si tiene». Il segretario, che ha annunciato l'intenzione di iniziare dal Cern di Ginevra la propria campagna elettorale dopo la 'prepartenza' di Bettola (Pc), ha comunque ringraziato il 'rottamatore' per il fatto che ha detto che si fida di lui: «Anche io mi fido di me, ma vorrei che si fidasse, se ci tiene un po', del partito».
Iniziano intanto a definirsi il perimetro e le regole della partita. Bersani ha detto di avere l'impressione «che sin qui Di Pietro sia fuori», così come l'Api anche se «Tabacci è una personalità del centrosinistra e può candidarsi benissimo». Porte aperte invece al Psi e ovviamente a Pd e Sel. «Questi contraenti la settimana prossima daranno la data, che sarà fine novembre, daranno le regole definitive e partirà la campagna» senza escludere che ci sia spazio per «regolare le eccezioni», cioè consentire l'accesso al secondo turno anche per chi eventualmente non abbia votato al primo turno.

Bersani ha infine parlato della Fiat e chiesto che si veda se l'azienda «ha il fisico per reggere da sola il settore dell'auto in Italia, se no bisogna guardarsi intorno». Ci sono infatti stabilimenti del Lingotto in Italia «che viaggiano al 10-20%» della capacità produttiva e bisogna chiedere dunque all'azienda «se è in condizione di investire in modo sufficiente per garantire una produzione a questi stabiliment. Se non è così bisogna guardarsi in giro. Noi siamo un Paese monomarca da 25 anni e facciamo meno macchine di Paesi plurimarche come la Germania, e di Paesi senza marche nazionali come Spagna e Inghilterra».

Marini: Destra tenterà di favorire Renzi, rischiamo choc - L'assemblea del Partito democratico che ha affrontato il tema delle primarie non ha «chiarito in modo definitivo un punto fondamentale: al ballottaggio possono votare solo coloro che hanno partecipato al primo turno delle primarie». Lo dice Franco Marini in una intervista al Corriere della Sera.
«Ipotizziamo - spiega l'ex presidente del Senato - che al primo turno Bersani e Renzi siano vicini. Una destra allo sbando sarà tentata di intromettersi nelle nostre vicende, per far perdere il nostro segretario. Lo choc sarebbe fortissimo».
Marini nega di voler dire che una sconfitta di Bersani significherebbe la rottura del partito: «Non dico questo. Ma certo se un leader come Bersani, che ci ha guidato in momenti drammatici, che ha sostenuto il governo Monti facendo scelte anche dolorose, venisse sconfessato da un voto popolare, le ripercussioni sarebbero molto gravi».