25 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Dubbi in preconsiglio da altri Ministeri

Ipotesi «spacchettamento» per il decretone sanità

Sul decreto si continuerà a lavorare anche oggi e fino a giovedì, quando la parola passerà al presidente del Consiglio Mario Monti che dovrà decidere se portare il testo al Cdm dell'indomani, rinviarlo, oppure spacchettare il provvedimento, rinviando ad un disegno di legge i punti controversi

ROMA - Dubbi sulla effettiva «necessità e urgenza» di alcune misure, dubbi sul merito di alcune scelte, dubbi sulla copertura economica, dubbi anche sul rischio di incappare in procedure di infrazione europee. L'esame del 'decretone' sanità condotto ieri nel 'pre-Consiglio' ha visto emergere le perplessità di diversi dicasteri, tra cui quello dell'Economia. Tanto che sul decreto si continuerà a lavorare anche oggi e fino a giovedì, quando la parola passerà al presidente del Consiglio Mario Monti che dovrà decidere se portare il testo al Cdm dell'indomani, rinviarlo, oppure spacchettare il provvedimento, rinviando ad un disegno di legge i punti controversi.

DIVERSE LE MISURE DA RIVEDERE - Nella riunione che il martedì vede i tecnici dei vari ministeri istruire i provvedimenti per il Consiglio dei Ministri del venerdì, sono finite sotto la lente di ingrandimento diverse misure. Alcune perchè - secondo i critici - prive dei requisiti di necessità e urgenza richiesti ad un decreto legge. Altre, come gli ambulatori h24, per i dubbi sulla copertura finanziaria. Altre ancora, come l'intervento sui giochi, perchè a rischio di procedura di infrazione Ue.
Ma dietro le obiezioni di alcuni tecnici dei dicasteri ci sarebbe anche la volontà di avere più tempo per esaminare più a fondo un provvedimento che viene definito «complesso ed eterogeneo» e che solo ieri è arrivato sulle scrivanie degli altri ministeri.

MONTI DECIDERÀ IL DA FARSI - Per ora la questione è gestita dal sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà, che - in funzione di segretario del Cdm - prepara l'ordine del giorno delle riunioni. Ma domani - a quanto si apprende - dovrebbe essere lo stesso Monti, di ritorno da Berlino, a prendere in mano il dossier e decidere il destino del 'decretone'.