Monti ad Helsinki per convincere i «rigoristi»
Il commissario europeo Olli Rehn, il primo ministro Jyrki Katainen, il presidente della Repubblica Sauli Niinistö, e poi gli imprenditori finlandesi che per un'ora potranno rivolgergli direttamente le domande: «Non chiedo solidarietà, salvare euro conviene a tutti»
ROMA - Il commissario europeo Olli Rehn, il primo ministro Jyrki Katainen, il presidente della Repubblica Sauli Niinistö, e poi gli imprenditori finlandesi che per un'ora potranno rivolgergli direttamente le domande. La due giorni di Mario Monti ad Helsinki è forse la tappa più complicata del tour tra le cancellerie europee di cui è protagonista in questi giorni il presidente del Consiglio.
Se con Francois Hollande la sintonia si era già instaurata, testimoniata dalla netta dichiarazione congiunta rilascia al termine dell'incontro all'Eliseo, e se con Mariano Rajoy il premier ha già giocato disponda nella lunga notte del Consiglio Europeo del 28 giugno, convincere i rigoristi finlandesi è sicuramente il compito più arduo.
Forse anche per questo Monti ha presentato i colloqui di domani e di giovedì come incontri «fra amici che si rispettano». E ai microfoni di 'RadioAnch'io ha spiegato la sua strategia: ai vertici politici finlandesi Monti riconosce i «grandi progressi» compiuti, e a loro chiede di riconoscere quelli fatti dall'Italia, «specie negli ultimi mesi». Insomma, di «fare uno sforzo per superare i pregiudizi reciproci, guardarci bene negli occhi e guardare alle statistiche dei paesi».
E numeri alla mano, il premier spiegherà che rafforzare i firewall a difesa dell'euro conviene a tutti: «Chiederò non solidarietà, perché non credo che l'Italia abbia bisogno di solidarietà, ma cercherò di mostrare come aprire su questi meccanismi sia nell'interesse dell'intera Europa, della Finlandia e dell'Italia per prime». Con l'obiettivo di evitare che la moneta unica diventi per paradosso «fattore di disintegrazione».
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