3 maggio 2024
Aggiornato 16:00
Le elezioni anticipate e il Governo

Napolitano vede Monti e «stoppa» il voto: Decido io

I mercati che si calmano, lo spread che scende, il quadro europeo che si delinea con nettezza a difesa della moneta unica, costi che quel che costi. Tutti segnali più che positivi per l'Italia, che solo un'ombra può minacciare in questo periodo: le voci sulle elezioni anticipate

ROMA - I mercati che si calmano, lo spread che scende, il quadro europeo che si delinea con nettezza a difesa della moneta unica, costi che quel che costi. Tutti segnali più che positivi per l'Italia, che solo un'ombra può minacciare in questo periodo: le voci sulle elezioni anticipate. Si spiega così la nota di Giorgio Napolitano, che ha richiamato tutti i partiti alla «cautela» e alla «responsabilità» nell'evocazione delle urne, e ha ricordato le sue prerogative: spetta solo al Presidente decidere lo scioglimento anticipato della legislatura.

LA NOTE DEL COLLE - La nota viene diramata intorno alle 18,20, mezz'ora dopo un altro comunicato informa del colloquio avvenuto tra il Capo dello Stato e Mario Monti. Una fonte di governo trae la facile conclusione su quale possa essere stato l'oggetto del faccia a faccia: «Il lavoro di Monti in Europa e i sacrifici chiesti agli italiani iniziano a dare frutti. Sarebbe da folli vanificare tutto questo con un clima di instabilità politica». Da qui la nota che allontana l'ipotesi del voto anticipato in autunno: «In quanto a ipotesi che appaiono sulla stampa di possibile anticipazione delle elezioni politiche normalmente previste per il prossimo aprile - mette nero su bianco Napolitano - ritengo di dover sollecitare la massima cautela e responsabilità in rapporto all'esercizio di un potere costituzionale di consultazione e decisione che appartiene solo al Presidente della Repubblica».

COPERTURA FORTE PER MONTI - Una copertura forte, per Monti, impegnato da domani in un tour europeo per consolidare il nuovo clima: domani da Francois Hollande, mercoledì dal rigorista di ferro, il finlandese Jyrki Katainen, giovedì dallo spagnolo Mariano Rajoy, in difficoltà serissime ma ancora ufficialmente non intenzionato a chiedere il salvataggio europeo. Una serie di incontri cui Monti si presenta con la credibilità conquistata in questi mesi, ma che poteva essere offuscata appunto dai rumors sul voto anticipato. Ipotesi del tutto inopportuna, spiegano dal governo, nel momento in cui Berlino lascia campo libero alla Bce per intervenire sul mercato dei titoli di Stato, e nel momento in cui anche i 'falchi' lanciano messaggi di sostegno alla moneta unica.

PROGRAMMA ANCORA FITTO - Del resto, non appena l'ipotesi del voto in autunno aveva iniziato a circolare, Monti si era preoccupato di smentirla seccamente, spiegando nei giorni successivi che il suo orizzonte restava il 2013, che l'obiettivo era quello di portare a termine il compito cui era stato chiamato proprio da Napolitano, e che il programma di lavoro era ancora fitto: privatizzazioni, terza fase della spending review, delega sulle agevolazioni fiscali, interventi sugli aiuti alle imprese (pacchetto Giavazzi) e sui finanziamenti a partiti e sindacati (pacchetto Amato). Senza contare la necessità di arrivare ad una nuova legge elettorale che - come ha ricordato ancora oggi Napolitano - aiuterebbe la credibilità del Paese.
Proprio quegli interventi e quelle riforme che Monti spenderà nei suoi incontri europei, da un lato per rassicurare i rigoristi che l'Italia ha imboccato con nettezza la strada della serietà di bilancio, dall'altro per convincere Rajoy a mettere la sua firma in calce al memorandum per la richiesta di aiuti, svolgendo il ruolo da mediatore con la credibilità di chi ha fatto i propri «compiti a casa».