Elezioni anticipate, Napolitano «sonda» la maggioranza
Fonti parlamentari raccontano che nei colloqui avuti in queste ore con i leader di Pd, Pdl e Udc il Presidente sia stato esplicito sulla necessità di non portare il paese al voto con il porcellum
ROMA - Stando almeno alle dichiarazioni, Casini, Bersani e Alfano, in momenti e occasioni diverse hanno anche oggi sostanzialmente ribadito 'fedeltà' al mandato del governo Monti, almeno per il momento. Ma lo spread ha raggiunto un nuovo record, 530, che non conosceva dallo scorso novembre. E la situazione finanziaria si fa ogni giorno più drammatica. Perciò al Colle non si può non vedere che esiste un problema di credibilità e di prospettiva per l'Italia. Problema che potrebbe richiedere soluzioni estreme. Anche se per ora prevale la cautela insieme alla preoccupazione per l'evolversi della tenuta dei mercati.
I rischi della campagna elettorale - La soluzione del voto anticipato infatti non è priva di incognite, viene fatto notare, se il tema è quello di rassicurare i mercati sulla stabilità e sulla coerenza della politica italiana, votare in autunno infatti, significherebbe affrontare i prossimi 4 mesi in un clima di campagna elettorale. Quello stesso clima che ha spinto Mario Monti ad esprimere tutte le sue preoccupazioni a Napolitano nell'incontro avuto al Colle la scorsa settimana.
Il Colle vuole la riforma della legge elettorale - Il premier, che ha poi confermato la determinazione a concludere il mandato fino alla primavera del 2013, vuole che le forze politiche si impegnino a non smentire con i loro comportamenti il sostegno al governo, come è accaduto con l'esame degli ultimi provvedimenti in Parlamento, tanto più se saranno necessari altri interventi nelle prossime settimane. Sarebbe questo il motivo per cui avrebbe chiesto al Capo dello Stato di considerare l'ipotesi di voto anticipato. Ma per Napolitano, come spesso ha ripetuto, il primo paletto è rappresentato dalla legge elettorale.
La trattativa va avanti sotto traccia - Fonti parlamentari raccontano che nei colloqui avuti in queste ore con i leader di Pd, Pdl e Udc il Presidente sia stato esplicito sulla necessità di non portare il paese al voto con il porcellum. E forse il messaggio è stato recepito visto che oggi, nonostante la spaccatura della maggioranza sulla riforma costituzionale al Senato, (secondo alcuni una tattica del Pdl che serve a prendere tempo in attesa che Berlusconi dia il via libera sul sistema di voto) i messaggi dei tre partiti sulla possibilità di arrivare a una nuova legge elettorale sono stati più incoraggianti. Lo hanno sottolineato sia Bersani, sia Casini, sia Alfano. E la trattativa infatti va avanti, anche se sotto traccia, per arrivare ad un modello che metta d'accordo le diverse esigenze. Perciò per ora non resta che aspettare e vedere.
«Monti dopo Monti» - Quanto alla possibilità che ci sia un 'Monti dopo Monti' nel 2013, magari sorretto da un grande coalizione, al Colle ricordano che Napolitano ha espresso solo un auspicio in merito: «Posso solo esprimere fiducia, e lo faccio in modo meditato e serio - ha detto in occasione dell'incontro con la stampa parlamentare -, che quando verrà il momento di confrontarsi in campagna elettorale e poi di dare al paese un governo politico, si confermi quel senso dell'interesse generale e della coesione nazionale che si è affermato dallo scorso novembre ad oggi».
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