19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
La crisi dei debiti sovrani

Monti: Nessuna nuova manovra. Salve le festività

Salvate le feste patronali, Pasquetta e santo Stefano, tagliate le Province. E soprattutto, «nessuna nuova manovra» perchè «siamo in linea con gli obiettivi di bilancio». Fissati criteri per tagli Province: ne resteranno 50

ROMA - Salvate le feste patronali, Pasquetta e santo Stefano, tagliate le Province. E soprattutto, «nessuna nuova manovra» perchè «siamo in linea con gli obiettivi di bilancio». Mario Monti tiene una lunga conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri, e partendo dai titoli dei giornali di oggi, «di alta emotività e basso realismo», tiene a precisare che per agosto il governo non ha in serbo altri interventi correttivi sui conti pubblici. Anche se a palazzo Chigi si stanno studiando i rapporti elaborati da Francesco Giavazzi e Giuliano Amato su incentivi alle imprese e finanziamento ai partiti, e «a breve» seguiranno novità.

Nessun intervento sulle festività - Il primo punto che Monti tiene a chiarire è quello sulle festività: resteranno quelle previste dal calendario, non ci saranno accorpamenti. Del resto, ha spiegato Antonio Catricalà, si poteva intervenire solo su Pasquetta, che però già cade di lunedì e quindi è in linea con il decreto Berlusconi dell'agosto scorso, su Santo Stefano e sui santi patroni delle città. Alla fine, «i risparmi non erano certi» come non era certo l'impatto positivo sulla produttività, ma si rischiava un danno all'industria del turismo. Dunque, nessun intervento.

Quello che invece ci sarà sulle Province. Approvata la delibera che individua i criteri per l'accorpamento: le nuove province dovranno avere almeno 350mila abitanti e una superficie di almeno 2.500 chilometri quadrati. Inoltre saranno soppresse le 10 province che coincidono con la aree metropolitane. Il risultato è che, quando sarà pronto il provvedimento di legge necessario, ne resteranno una quarantina, più le 10 aree metropolitane.

«Nessun decreto d'agosto» - Ma per l'estate l'attività del governo dovrebbe fermarsi qui: nessun «decreto d'agosto», assicura Monti, visto che «non ce n'è bisogno». Così come non ci sarà una patrimoniale: «Non rientra nelle intenzione nè nei programmi di governo che abbiamo» taglia corto il premier, che rilancia invece sulla lotta all'evasione. Anche in questo caso smentendo un articolo di giornale. Perché alla conferenza stampa Monti si presenta con una ricca cartellina piena di articoli: ogni tanto la spulcia, e smonta le tesi dei vari quotidiani. Come quella di chi legge l'ok al fiscal compact come «la condanna a un ventennio di Monti». Titolo che «mi ha fatto trasalire, poi ho capito che si riferiva al percorso di rientro dal debito...». Ebbene, «non è un impegno di Monti, ma del governo Berlusconi». O ancora: «Leggo: 'Due governi, stesso spread'. Interpretazione fantasiosa» che potrebbe «fuorviare gli italiani». Perchè i numeri dicono che con il governo Berlusconi «lo spread era a 574 punti base, 12 mesi prima era a 160 con un aumento di 414 punti. Rispetto ai 574 di novembre 2011 oggi siamo a 490 e quindi c'è una diminuzione: certamente deludente, me la sarei aspettata molto più elevata, ma c'è stata una diminuzione».

Aiuti alle imprese e finanziamento ai partiti - Dove il governo potrebbe invece ancora intervenire è sugli aiuti alle imprese e sul finanziamento ai partiti. I rapporti in merito di Francesco Giavazzi e di Giuliano Amato sono sul tavolo del premier, e «contiamo in tempi brevi di prendere decisioni sul seguito da dare» agli studi dei due professori. Gli eventuali risparmi, aggiunge, sarebbero destinati in via prioritaria ad evitare l'aumento dell'Iva che per ora è scongiurato solo fino a giugno 2013.