Visco: Monti sulla strada giusta, ora piano per la crescita
Il Governatore di Banca d'Italia: No a colpi secchi sul debito. Solo 200 punti di spread dipendono da noi. Brunetta: Bene Visco, la verità viene a galla. Alla faccia dei Bersani, Letta e dell'irresponsabile sinistra
ROMA - I 470 punti di spread tra Btp e Bund per due quinti sono «colpa nostra, del nostro debito pubblico, della nostra scarsa competitività, della bassa crescita potenziale» ma «il resto è un premio al rischio che lo Stato italiano paga per il timore del sottoscrittore dei suoi titoli che a un certo punto la moneta unica non ci sia più». Il che «è come se la Germania ricevesse un sussidio dagli investitori internazionali». Lo ha sottolineato il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, fra l'altro, in una intervista al Corriere della sera , confidando che seppure è vero che «oggi le previsioni di consenso indicano che il Pil scenderà grossomodo del 2%», l'Italia «alla fine dell'anno possa rivedere una luce in fondo al tunnel, se la situazione non peggiora ulteriormente, se il rischio sui tassi si riduce, se la soluzione della crisi è condivisa a livello europeo».
Monti è sulla strada giusta - Visco ha posto ancora in evidenza come «l'inflazione nell'eurozona diminuisce rapidamente e scenderà al di sotto del 2 per cento nei prossimi mesi» consentendo al nostro Paese «un impulso positivo». Ma questo «non riduce certo l'esigenza di proseguire nell'opera di risanamento e riforma strutturale». E se a giudizio del Governatore il Governo Monti «è sulla strada giusta» deve ora «insistere il più possibile sui tagli alla spesa» per arrivare ad abbassare le tasse ma senza pensare alla riduzione del debito con un «colpo secco molto difficile da attuare».
Quanto al taglio dei tassi allo 0,75% deciso giovedì scorso dalla Bce, per Visco «sono misure convenzionali di politica monetaria che tengono conto di una congiuntura internazionale che si sta deteriorando». Con la sottolineatura che «non vanno male solo i Paesi del Sud dell'Europa, tra cui noi, rallenta la Germania, la stessa Cina. E gli Stati Uniti hanno di fronte la vera grande incognita dell'economia mondiale, il 'fiscal cliff', ovvero il pacchetto di tagli alla spesa e nuove tasse di fine anno il che 'vale quattro punti di prodotto lordo, detto brutalmente».
«La politica si ponga la domanda di chi verrà dopo Monti e mostri l'ambizione di costruire ideali, di disegnare prospettive di crescita», ha quindi esortato Visco indicando due «progetti-Paese» per il rilancio della crescita. Ovvero «un piano di manutenzione immobiliare dell'Italia, cura del territorio e terapia contro il dissesto idrogeologico» per il quale «i soldi si trovano» dando «gli incentivi giusti soprattutto a chi ha cura della messa in sicurezza dell'ambiente e della sua estetica, come purtroppo i terremoti insegnano». E quello di «uno sportello unico per gli investimenti esteri» che «aiuti a risolvere i problemi amministrativi, legali, tributari, e che dia garanzie agli imprenditori singoli, più che alle multinazionali, contro la burocrazia e la corruzione».
Brunetta: Bene Visco, la verità viene a galla - «Finalmente la verità viene a galla. Dall'intervista del governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, al direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, apprendiamo che tutto quello che è successo da luglio dell'anno scorso in poi è frutto della debolezza dell'euro e del rischio che a un certo punto la moneta unica non ci sia più: non del rischio Italia». Lo afferma in una nota Renato Brunetta, coordinatore dei dipartimenti del Pdl.
«Quindi - aggiunge l'ex ministro della P.a. - era falso tutto quello che abbiamo sentito nell'ultimo anno, cioè che la responsabilità fosse del governo Berlusconi, che ha portato l'Italia sull'orlo del baratro. Al contrario, le cause della crisi sono quelle che il governo Berlusconi e Berlusconi stesso andava dicendo da sempre: il problema è l'euro, il problema è l'architettura imperfetta della moneta unica, il problema è il ruolo inadeguato della Banca Centrale Europea».
«Ci è voluto un anno, ma - conclude Brunetta - la verità comincia a venire a galla. Alla faccia dei Bersani, dei Letta, della nostra irresponsabile sinistra e dei tanti opinion leader accecati, fino al masochismo, dall'antiberlusconismo».
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