Veltroni e Letta: Il Pdl contagerà il Pd
Dal Pdl arrivano segnali di guerra per il Governo, l'ipotesi di un Silvio Berlusconi tentato dal voto in ottobre circola sempre più forte e la notizia agita inevitabilmente anche il Pd. Bersani ribadisce lealtà all'Esecutivo, ma la sinistra del partito vuole «risultati»
ROMA - Dal Pdl arrivano segnali di guerra per il Governo, l'ipotesi di un Silvio Berlusconi tentato dal voto in ottobre circola sempre più forte e la notizia agita inevitabilmente anche il Pd. Solo qualche settimana fa era stato il responsabile economia Stefano Fassina ad ipotizzare le elezioni anticipate ed è noto che tutta l'ala 'laburista' del partito vive con molta sofferenza il sostegno a Mario Monti e il 'rompete le righe' che filtra dal partito di Berlusconi può fare intravedere a molti l'occasione giusta per chiudere questa esperienza scaricando tutta la colpa sul partito del Cavaliere.
BERSANI: LEALI AL GOVERNO - Pier Luigi Bersani continua a ribadire lealtà al Governo (lo ha fatto anche ieri sera), sul mercato del lavoro è stato proprio il segretario a far tacere quanti, come lo stesso Fassina e Cesare Damiano, chiedevano di più. Ma l'ala più 'montiana' del partito, quella di Enrico Letta e Walter Veltroni, teme che questo possa non bastare e che di fronte alle ormai quotidiane provocazioni del Pdl parte del Pd sia tentata dall'inseguire l'escalation.
VELTRONI: IL PD SIA FORZA RESPONSABILE - Veltroni si è fatto sentire ieri sera all'assemblea del gruppo Pd, Letta ha scelto il quotidiano Europa, oggi, per richiamare il partito. «Se mettete insieme le ultime prese di posizioni di Cicchitto, le frasi di Berlusconi sull'euro, il voto Lega-Pdl al Senato, vi accorgete che si muove qualcosa...», ha spiegato Veltroni ai parlamentari Pd. Berlusconi, secondo l'ex segretario democratico, di fronte ai sondaggi in picchiata e non riuscendo più a tenere il partito potrebbe essere tentato dall'idea di «staccare la spina», cercando di ricucire con la Lega e scegliendo una linea populista e anti-europeista. Ma se il Pdl «gioca allo sfascio», è stato il ragionamento, «il Pd deve essere la forza di responsabilità nazionale» e se davvero Berlusconi staccherà la spina, «almeno dobbiamo fargli prendere la scossa». Ovvero, il Pd non deve offrire nessuna sponda alle tentazioni 'sfasciste' del centrodestra, i democratici devono evitare «posizioni che destabilizzano».
LETTA: NOI DALLA PARTE DI MONTI E NAPOLITANO - Letta, su Europa, è stato ancora più netto: «Noi stiamo dalla parte di Napolitano e dalla parte di Monti. Sembra assurdo che sia necessario ripeterlo ancora». Il vice-segretario se la prende con «tutti coloro, rappresentanti della politica, del sistema economico e dei media, che stanno in questi giorni svolgendo un'azione incessante di indebolimento dell'equilibrio istituzionale». Perché sia Letta che a Veltroni non hanno dubbi sul significato politico della polemica sul ruolo del Quirinale nelle indagini sulla trattativa Stato-mafia: l'attacco al Colle, è la convinzione, serve per indebolire uno dei due 'pilastri' dell'attuale assetto istituzionale. Per questo i 'montiani' ieri sono stati felici di sentire Bersani prendere le difese del Quirinale, anche se forse avrebbero preferito un intervento più sollecito.