20 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Oggi la fiducia alla Camera

Corruzione, il Governo «inciampa» su maxiemendamento

La fiducia alla Camera sul maxiemendamento al ddl anticorruzione oggi non sarà una ma su tre votazioni separate: sugli articoli 10, 13 e 14. Il Presidente Fini: «L'Esecutivo mortifica il Parlamento». La replica del Ministro Severino: «Peccato veniale»

ROMA - Inciampo «tecnico» per il Governo tecnico: la fiducia alla Camera sul maxiemendamento al ddl anticorruzione oggi non sarà una ma su tre votazioni separate: sugli articoli 10, 13 e 14. Dopo mesi di trattative e di lavoro parlamentare che consentono al ministro della Giustizia Paola Severino di rivendicare «i grandi passi avanti» fatti grazie alla sua paziente mediazione, la guardasigilli incassa uno stop degli uffici della Camera, che considerano non ammissibile il maxi emendamento se di fatto riproduce le norme già approvate in commissione e quindi incide non sul contenuto del provvedimento ma sulle procedure di voto parlamentare.

Fini: Parlamento mortificato - Il presidente della Camera Gianfranco Fini bacchetta il Governo, che a distanza di una settimana dalla sospensione dei lavori d'aula chiede tempo per rielaborare la sua proposta, accusandolo di «mortificare il Parlamento». Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda incassa signorilmente il ceffone, «colpa mia - commenta ironico - sono un ministro inesperto...». Solo «un problema tecnico», per Severino, e il richiamo di Fini è per «un peccato veniale».

Di Pietro: Compromesso al ribasso - Oggi la fiducia arriverà, ma il provvedimento, almeno a giudicare dai commenti dei diversi gruppi, non soddisfa fino in fondo nessuno: se l'Idv, con Antonio Di Pietro, parla di «compromesso al ribasso» e la Lega di «Governo indecente» che «improvvisa», anche l'Udc trova da ridire, per la decisione di porre la fiducia anche sull'articolo 10, che conferisce una delega al Governo sull'incandidabilità dei condannati: «Di fatto è rinviato a dopo le elezioni», commenta Pierluigi Mantini, anche se l'altro centrista Roberto Rao, sottolinea il dato positivo: comunque il ddl «non tornerà in un cassetto».
Il Pd, con Dario Franceschini, ribadisce che l'unica fiducia possibile era «sul testo della commissione, impossibile pensare ad arretramenti». Ma il ministro parla di una possibile cancellazione, al Senato, proprio dell'emendamento Pd che ha innalzato le pene su una delle tipologie della corruzione. Forse un segnale al Pdl.

Cicchitto non nasconde il malumore del PDL - Oggi, al di là di qualche assenza annunciata, dalle fila degli azzurri non arriverà nessuna sorpresa, garantiscono le fonti del partito di Silvio Berlusconi. Ma Cicchitto non nasconde il malumore degli azzurri per la fiducia che «interrompe un dibattito in corso» dimostrando l'incapacità del Governo nel sostenere il suo ruolo di mediazione. E sottolinea che «del trittico di questioni riguardanti la giustizia - corruzione, intercettazioni, responsabilità civile dei giudici - che dovrebbe essere trattato in modo congiunto di fatto solo la corruzione è stato portato avanti dal Governo». Temi sui quali Francesco Paolo Sisto, uno dei 'tecnici' del Pdl, auspica «la stessa accelerazione che c'è stata sulla corruzione. Sulla quale preannuncia interventi critici, in particolare sul tema del nuovo reato di traffico di influenze illecite: Una norma indeterminata che rischia di lasciare troppa libertà d'azione alle Procure».
Il Pdl forzerà sulla responsabilità civile delle toghe? «Ne riparleremo quando sarà il momento», dice Severino, che per ora pensa a portare a casa il risultato immediato sulla corruzione.