3 agosto 2025
Aggiornato 12:30
La crisi dei debiti sovrani

Napolitano avverte: Sfida all'Euro è sfida all'UE

Il Presidente della Repubblica ha lanciato un nuovo monito rivolto non solo al nostro paese ma a tutto il continente affinchè reagisca alla speculazione finanziaria che ha ripreso a colpire le borse dopo una breve ma positiva reazione al piano di salvataggio europeo delle banche spagnole

VARSAVIA - L'attacco all'euro è una sfida all'intera Unione europea a cui ora occorre far fronte introducendo meccanismi nuovi che evitino il ripetersi di crisi così acute. Giorgio Napolitano a Varsavia, al secondo giorno della sua visita in Polonia, ha lanciato un nuovo monito rivolto non solo al nostro paese ma a tutto il continente affinché reagisca alla speculazione finanziaria che ha ripreso a colpire le borse dopo una breve ma positiva reazione al piano di salvataggio europeo delle banche spagnole.

I pericoli non sono affatto superati - Un dato che aveva generato ottimismo anche nel Capo dello Stato. «E' positivo che l'accordo sulla crisi bancaria in Spagna abbia ricevuto un'accoglienza positiva da parte dei mercati», aveva detto Napolitano in mattinata quando sembrava che l'intervento dell'Ue a favore delle banche di Madrid avesse tranquillizzato gli investitori, ma nel corso della giornata un nuovo duro crollo delle borse, il più forte proprio per quella di Milano. La lettura degli alti e bassi di oggi fornita al Quirinale è che quello di stamane era un segnale che coglieva la novità mentre la chiusura conferma i pericoli cui far fronte. Pericoli che dunque non sono affatto superati.

Bisogno di solidarietà e visione comune - Napolitano ha avvertito che per affrontare la crisi dell'eurozona «servono garanzie perché in futuro ci sia una forte disciplina di bilancio, integrazione delle politiche fiscali ed economiche» ma c'è anche «bisogno di solidarietà e visione comune», della consapevolezza che «l'Europa unita è una conquista irreversibile» e va difesa. E lo ha detto dopo aver consolidato il rapporto di collaborazione con uno dei paesi che in Europa è «tornato a svolgere un ruolo centrale, da protagonista», la Polonia, che «nonostante la crisi globale sta mostrando un'invidiabile capacità di crescita».

Terzi: Siamo sulla buona strada - Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, che ha accompagnato Napolitano nella visita a Varsavia, ha spiegato che «la decisione presa per aiutare le banche spagnole è importante perché dimostra che c'è un nuovo pezzo di governance europea con l'uso di firewall per rassicurare i mercati finanziari. Insomma, sono stati fatti passi in avanti sui meccanismi di governance» e anche se «i pessimisti tenaci hanno difficoltà a vedere le cose, siamo sulla buona strada e il prossimo Consiglio europeo dovrà dare ulteriori sviluppi concreti».

Errori e debolezze delle politiche nazionali - Napolitano però non ha negato che alla base di questa crisi che è «la manifestazione più evidente della crisi finanziaria globale che è scoppiata nel 2008 negli Stati Uniti», ci siano anche gli «errori e le debolezze delle politiche nazionali. E' certamente questo il caso della Grecia - ha spiegato - ma anche in Italia ci sono problemi da risolvere che stiamo affrontando e risolvendo con grande impegno, per quanto difficile sia il compito». Insomma l'Italia sta facendo i suoi compiti a casa e presto arriverà anche il decreto sullo sviluppo che servirà a sbloccare la crescita ancora drammaticamente ferma nel nostro paese come evidenziano anche oggi i dati dell'Istat. Il decreto arriverà presto, ha assicurato il Presidente anche se «in questi giorni ho seguito le vicende del terremoto - ha spiegato - credo si stia per stringere. Non so se è stato convocato il Cdm e per quando, ma arriverà» e la copertura si troverà non appena Monti ci rimetterà mano dopo essersi occupato del terremoto e della vicenda Rai. Quanto al presidente del Consiglio, Napolitano oggi ha cercato di sdrammatizzare il dibattito sul rapporto tra il governo e i cosiddetti 'poteri forti': «fa parte di una schermaglia sofisticata nel merito della quale non entro», ha detto ai giornalisti ma «non bisogna dare tanto peso» a questo dibattito. E' stato però il premier stesso a sollevare il tema sostenendo di essere stato 'abbandonato' dai poteri forti? «Bè, ma bisogna vedere cosa intendeva».