19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Enti locali | Comune di Firenze

Firenze: Petretto, i conti del Comune sono assolutamente in ordine

L'economista è il nuovo assessore al Bilancio del Comune: Il problema è essere più attivi nel campo degli investimenti. Renzi ha ragione su patto di stabilità. Givone: Chiamata in Giunta inattesa, tra capo e collo

FIRENZE - «Conosco i bilanci, li ho controllati e la sensazione che è emerge è di conti assolutamente in ordine». Così l'economista Alessandro Petretto, a proposito del bilancio del Comune di Firenze. Petretto è da oggi il nuovo assessore, con questa delega. Rispetto agli altri Comuni italiani, ha aggiunto, «non c'è niente di particolarmente specifico del Comune di Firenze». Semmai «c'è il problema di un'Amministrazione che vuole essere attiva, soprattutto nel campo degli investimenti».

Renzi ha ragione su patto di stabilità - Matteo Renzi «non è uno scialacquone». Ne è convinto l'economista Alessandro Petretto, che non trova alcuna contraddizione tra il fatto di aver scritto il primo patto di stabilità e l'intenzione del sindaco di Firenze di violare l'attuale. «Io sono stato per dieci anni presidente della Commissione di spesa pubblica - spiega ai giornalisti il nuovo assessore al Bilancio del Comune di Firenze - ho tagliato la spesa per tutta la mia vita, ho scritto il primo patto di stabilità del 1998, di mio pugno, con Piero Giarda».
Secondo Petretto, Renzi «non chiamava me se voleva fare lo scialacquone». Il patto di stabilità «poi è diventato un'altra cosa, bastarda, e attualmente lo disconosco. Non è più mio figlio».
Quanto all'intenzione di violare il patto, «questa è una posizione che il sindaco assume dal punto di vista politico - risponde Petretto - io sono un tecnico e devo riflettere su queste cose in maniera diversa. Credo che abbia ragione. Vedremo come questa cosa si svilupperà».

Givone: Chiamata in Giunta inattesa, tra capo e collo - La richiesta di diventare assessore alla Cultura del Comune di Firenze «è arrivata nel modo più semplice: un invito a cena, preceduto da una chiacchierata al telefono. Mi è capitata tra capo e collo ieri sera, non me l'aspettavo». E' quanto racconta il filosofo Sergio Givone, chiamato in Giunta dal sindaco Matteo Renzi. Quanto alle motivazioni che lo hanno spinto ad accettare, Givone dice di essere «convinto che questa città abbia delle energie latenti che sul piano culturale aspettano solo di essere ridestate. Bisogna fare in modo che diventino attive. E soprattutto liberarle in modo che sia vinta una vera e propria paralisi che prende noi fiorentini». Givone ha poi precisato: «posso dire 'noi fiorentini', anche se non lo sono, perché vivo qui da 30 anni».