Partiti, la Camera dimezza i rimborsi, ma Grillo: A noi non servono
A un mese e mezzo dall'impegno dei presidenti delle Camere a mettere mano ai rimborsi elettorali sull'onda degli scandali Lusi e Belsito, arriva il sì dell'Aula della Camera alla legge che li riduce. Critiche dalla Corte dei Conti. Malumori PD. IdV-Radicali: Referendum
ROMA - A un mese e mezzo dall'impegno dei presidenti delle Camere a mettere mano ai rimborsi elettorali sull'onda degli scandali Lusi e Belsito, arriva il sì dell'Aula della Camera alla legge che li riduce. Non solo. I partiti, al minimo dei consensi, decidono di fare anche un'altra mossa per provare ad arginare l'onda dell'antipolitica: destinare i risparmi che deriveranno dal taglio alle popolazioni colpite da terremoti e calamità naturali dal primo gennaio 2009 a oggi. Quindi L'Aquila, l'Emilia. Uno sforzo minimizzato da Beppe Grillo, secondo alcuni destinatario di una norma che gli avrebbe impedito di accedere ai rimborsi, che ribadisce: «Il movimento Cinque Stelle i soldi pubblici non li vuole proprio».
IdV e Radicali: Referendum - Per la verità, anche Lega, Idv e Radicali si sono espressi per l'abolizione totale del finanziamento pubblico ma i loro emendamenti sono stati bocciati. Risultato: hanno votato contro il testo Bressa-Calderisi. Ma il provvedimento che ora passa all'esame del Senato non piace a tantissimi. Tant'è vero che è stato approvato soltanto con 291 sì, la maggior parte - 172 deputati - del Pd. Nel Pdl il record di assenze, ben 96, i no di Giorgio Stracquadanio e Roberto Speciale. Ma in dissenso si sono espressi pure i democratici Walter Veltroni, Salvatore Vassallo (assenti) e Arturo Parisi che ha votato no: «Dopo vent'anni - motiva quest'ultimo - viene reintrodotto formalmente nella nostra legislazione quel finanziamento pubblico che i cittadini avevano bocciato. Forse i partiti pensano che i cittadini hanno cambiato opinione. Io ritengo che semmai hanno rafforzato il rifiuto espresso vent'anni fa». Antonio Di Pietro e i radicali hanno già annunciato la raccolta firme per un nuovo referendum abrogativo. L'ex pm ha pure protestato per la bocciatura di un suo emendamento (votato solo da Fli e Idv con l'astensione della Lega) che prevedeva la decurtazione dei rimborsi per chi non presenta liste pulite.
«Avevamo detto dimezzamento e dimezzamento è stato», ha sottolineato il segretario Pd, Pierluigi Bersani. «Il resto - ha aggiunto - sono tutte balle. Noi c'eravamo tutti» ieri «questo è da apprezzare, anche con qualche voto in dissenso, ma non si dica che il Pd non ha tirato il carro. Ora servono norme sui partiti e anche su questo spingeremo». Lunedì infatti approderà in Aula alla Camera la tanto agognata legge di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione che riconosce ai partiti personalità giuridica e che secondo molti doveva essere approvata prima o per lo meno insieme a quanto fatto oggi.
Critiche dalla Corte dei Conti - Intanto critiche al testo Bressa-Calderisi sono arrivate anche dal presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, che ha scritto al presidente della Camera, Gianfranco Fini, rivendicando all'organo da lui presieduto il controllo dei bilanci e quanto meno il coordinamento della commissione ad hoc di 5 magistrati che la nuova legge istituisce. «E' una interpretazione suggestiva e creativa delle norme costituzionali. La Camera ha il potere legislativo quindi decide in autonomia come affrontare il tema», è stata la risposta di Bressa.
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