20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Elezioni | Elezioni Amministrative

Lega: Maroni, le vicende giudiziarie ci son costate care

L'ex Ministro: Gli avvisi di garanzia alla famiglia Bossi hanno determinato meno consensi. Con la sconfitta si conclude l'attraversata del deserto. Pontida solo posticipata, è il simbolo della nostra lotta. Non demonizzo Grillo, anzi voglio capire

MILANO - I risultati delle elezioni amministrative «non sono stati positivi per la Lega: abbiamo pagato un prezzo altissimo alle vicende che hanno coinvolto la Lega dal punto di vista mediatico e giudiziario». Lo ha detto Roberto Maroni, commentando in via Bellerio l'esito dei ballottaggi. «La notizia di avvisi di garanzia a Bossi e ai suoi figli ha certo determinato un ulteriore allontanamento di consenso alla Lega».

Con la sconfitta si conclude l'attraversata del deserto - «Registriamo questa sconfitta ma voglio dire che con queste amministrative si conclude l'attraversata del deserto da parte nostra dopo queste vicende». Lo ha detto il triumviro della Lega Roberto Maroni commentando i risultati dei ballottaggi in via Bellerio. «Con la stagione dei congressi - ha aggiunto - quello lombardo dei primi di giugno e soprattutto del congresso federale, si apre la fase nuova».
La nuova fase, secondo Maroni, «vedrà la Lega ritornare protagonista. Obiettivo è recuperare tutto il consenso perso per queste vicende e conquistare consenso più largo», sul modello di Verona, dove è stato scelto un «candidato giusto con le alleanze giuste». Serve quindi «un ricambio forte, generazionale ai vertici della Lega. Un rinnovamento profondo sono le condizioni che consentiranno alla Lega di riprendere un ruolo protagonista in quanto interprete della questione settentrionale che aspetta anche tante risposte».

Pontida solo posticipata, è il simbolo della nostra lotta - Non solo «la Lega non è finita» ma la kermesse di Pontida «non è stata cancellata, è solo rimandata. Pontida non è cancellata, anzi. Se il Congresso eleggerà il nuovo segretario federale - ha spiegato Maroni - è giusto che la Lega si presenti Pontida con il nuovo segretario federale. E' solo un rinvio, come è successo altre volte».
«Pontida - ha aggiunto - è un simbolo della nostra lotta contro il centralismo romano. E tutto quello che hanno scritto i giornali sono illazioni destituite da ogni fondamento».

Non demonizzo Grillo, anzi voglio capire - «Non demonizzo Grillo, anzi. Se un candidato di un partito vince in una grande città sono curioso di capire non solo che cosa farà ma anche perché è stato eletto». Commenta così il leghista Roberto Maroni il successo del Movimento 5 Stelle alle amministrative, la cui irruzione nella scena politica «impone riflessioni nuove».
Maroni vuole capire in particolare se all'origine del successo c'è «un voto di protesta rispetto a gestione fallimentare precedente o se è un segnale di qualcosa di più stabile». Ma invita a non liquidare Grillo come un fenomeno esclusivamente legato alla protesta. «Non vorrei fare l'errore di chi agli inizi degli anni Novanta diceva che Lega era solo un fenomeno di protesta o fenomeno passeggero». Il triumviro della Lega sottolinea però che tra il Carroccio e Grillo ci sono «enormi diversità. La Lega è radicata nel territorio, si propone di dare risposta a questione settentrionale. Grillo è una realtà significativa ma che dà altro tipo di risposte ad altre questioni. Hanno irruenza simile - ha concluso Maroni - ma l'atteggiamento e le proposte sono molto diverse».

Alleanze? Noi non siamo né di destra né di sinistra - La Lega «non è né di destra né di sinistra. Siamo disponibili a fare alleanze con chi rappresenta la società del Nord e vuole raggiungere gli obiettivi che ci proponiamo». Per ora, la scelta di correre da soli, è stata «una nostra scelta obbligata: il Pdl dà il sostegno a Monti. Se lo toglierà si può tornare a discutere».
Maroni ha quindi assicurato che la Lega va incontro a una fase di «grande rinnovamento. Al Congresso federale analizzeremo la situazione anche dal punto di vista alleanze», ha spiegato l'ex ministro, chiarendo così la scelta di correre da soli anche al ballottaggio. «Sono contrario all'apparentamento. E' una decisione di vertici che non induce gli elettori a votare. Se Lega e Pdl si sono scontrati al primo turno con due candidati opposti, mi viene difficile dire facciamo finta di niente». Ecco perché, secondo Maroni, sarebbe stata «un'operazione che non funziona». D'altra parte, «siamo all'opposizione e il Pdl ha sbagliato a sostenere il governo Monti. Avrebbe voluto dire il trionfo dell'ipocrisia».