20 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Politica & Inchieste | Il caso Lusi

Grillo: Risalire ai mandanti dei tesorieri, Renzi «ebetino»

Il leader del MoVimento 5 Stelle: Il Tesoriere ha preso il posto del maggiordomo dei romanzi di Agata Christie. Il Pdmenoelle non ha bisogno di alcun aiuto per crollare

ROMA - «Io credo a Lusi quando afferma 'Facevo quello che mi dicevano', mentre non gli credo assolutamente quando afferma 'Posso far crollare il centrosinistra', il Pdmenoelle non ha bisogno di alcun aiuto per crollare». Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog. «A quello ci pensa Renzi, l'ebetino pro inceneritori, un nomignolo affettuoso, ripreso da Gianni Brera che lo affibbiò a Giancarlo Antognoni per distinguerlo da Gianni Rivera ('l'abatino')».
«L'ebetino mi ha accostato a Savonarola: 'Prima che Beppe Grillo diventi Savonarola ce ne ha di strada da fare. Savonarola viveva con una sobrietà che credo non appartenga al prode Beppe Grillo'. La parte di Savonarola la lascio volentieri a Renzi, soprattutto quella finale. L'ex presidente della Provincia di Firenze (ma non le vuole abolire?) del lontano 2004 appartiene a un partito che i soldi dei rimborsi elettorali li ha sempre presi 'cum summo gaudio'». Per Grillo, più in generale, «il tesoriere ha preso il posto del maggiordomo dei romanzi di Agata Christie come colpevole» e bisognerebbe, invece, «risalire ai mandanti».

Il Tesoriere ha preso il posto del maggiordomo dei romanzi di Agata Christie - Luigi Lusi «ha dichiarato di aver dato 70.000 euro a Renzi, che ha smentito. E', in ogni caso, una non notizia. Non mi risulta esista una legge che regolamenti puntualmente l'uso dei miliardi di euro di 'rimborsi elettorali' ricevuti dai partiti. Se fossero stati usati, ad esempio, per la campagna elettorale del sindaco a Firenze dovrebbe essere perfettamente lecito», scrive Beppe Grillo. «Lusi si difende attaccando, spiegando che obbediva agli ordini. Non ne ha bisogno. Non credo esista un solo deputato, un solo senatore, un solo politico in Italia che non sappia che i tesorieri sono solo esecutori. Ciò, in caso di reato, non li assolve, ma bisognerebbe risalire ai mandanti. Il tesoriere ha preso il posto del maggiordomo dei romanzi di Agata Christie come colpevole. Di cosa però? Di gestire i soldi rubati da altri ai cittadini? In quel caso vanno coinvolti prima i segretari di partito e le Istituzioni da sempre mute come il Mosè di Michelangelo. Non c'è a memoria un presidente della Corte Costituzionale, della Corte dei Conti, del Consiglio, della Repubblica, del Senato, della Camera negli ultimi vent'anni che abbia denunciato pubblicamente il furto ai danni degli italiani chiamato 'rimborso elettorale' e non finanziamento ai partiti. Eppure la truffa era palese e contro la volontà dei cittadini espressa in un referendum. Le casse dei partiti hanno ricevuto miliardi di euro di soldi pubblici spesi in minima parte per i rimborsi. E il resto? Perché nessuno lo ha restituito? A cosa servono le Istituzioni se non a vigilare e a far rispettare la volontà popolare? Questa è la domanda da porsi».