Alfano: La RAI ha i conti in ordine, non serve il commissario
Il Segretario del PDL: Se la riforma è per mettere le mani su Viale Mazzini diciamo no. Di Pietro: La legge Gasparri è il principio di ogni male. Pardi: Alfano vuole lasciare tutto com`è, subito riforma. Orfini (Pd): La RAI così com'è è indifendibile
MILANO - Il Segretario del Pdl, Angelino Alfano, ribadisce la propria chiusura a qualsiasi ipotesi di commissariamento della Rai. «Si fa quando le cose non funzionano. Ora il direttore generale, a quanto ci consta - ha osservato - sta facendo un buon lavoro dal punto dei vista dei conti che sono in ordine e l'azienda è addirittura in attivo quindi sarebbe sbagliato commissariare chi ha i conti in regola».
«Le cose che si possono dire - ha sottolineato il segretario del Pdl - sono quelle che derivano dai bilanci. Se i conti fossero stati in disordine e il bilancio in perdita quelli della sinistra avrebbero detto che quella fosse la ragione» per rimuovere il direttore generale in carica.
Quanto all'ipotesi si una riforma dell'azienda di Viale Mazzini Alfano ha detto che si tratta di «un tema sentiterno. Il problema, Sentiterno anch'esso, è se qualcuno, con l'eufemismo della parola riforma, vuole mettere le mani sulla Rai. Se il tema è questo diciamo no. Crediamo che il servizio pubblico si a disposizione dei cittadini e non dei partiti
Di Pietro: La legge Gasparri è il principio di ogni male - «Noi a partire da domani insisteremo non solo all'interno del Parlamento ma anche nel Paese con manifestazioni pubbliche affinchè, una volta per tutte si decida, a costo di prendere qualcuno a calci nel sedere, che i partiti devono andare fuori dalla Rai». Così Antonio Di Pietro, leader Idv, nel corso dell'intervista concessa all'Osservatorio Tg e pubblicata su www.articolo21.org, alla vigilia del convegno sulla Rai organizzato dall'Idv per domani 27 marzo.
«Noi - ha aggiunto l'ex pm - confidiamo nel fatto che il Pd non si lasci attrarre dal solito giochino della lottizzazione e della spartizione dei posti. Anche Monti ha una responsabilità enorme; non ci venga a dire che verranno nominate personalità di alto profilo: il problema è la Gasparri. E' la Gasparri che deve andare al macero, perché è questa legge il principio di ogni male».
Pardi: Alfano vuole lasciare tutto com'è, subito riforma - «Alfano non vuole nessuna riforma della Rai perché vuole che la Rai resti esattamente così com'è, ossia un'azienda allo sfascio, devastata da anni di vergognosa lottizzazione e sempre più lontana dalla sua funzione istituzionale di servizio pubblico». Così il senatore Pancho Pardi, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione di Vigilanza, che aggiunge.
«Mercoledì scade il mandato dell'attuale Cda, una proroga è fuori discussione così come la nomina di uno nuovo con le regole della indecente legge Gasparri. Non è questione di conti in ordine, c'è un problema di democrazia a rischio. E' perciò doveroso, oltre che necessario, rompere definitivamente con il passato, rinnovare non solo i vertici ma anche l'assetto dell'azienda. Per questo l'Italia dei Valori, che non ha mai partecipato alla spartizione delle poltrone, presenterà domani in un convegno un pacchetto di proposte per una degna riforma della governance che - conclude Pardi - sottragga la Rai alle grinfie di Berlusconi, la liberi dall'assedio dei partiti e la restituisca finalmente ai cittadini».
Orfini (Pd): La RAI così com'è è indifendibile - «Quando il bilancio della Rai sarà approvato, vedremo se e come sarà raggiunto l'equilibrio dei conti. Ma già oggi si può dire che è rimasto solo Alfano a difendere una gestione che sicuramente è stata positiva per chi voleva azzoppare il servizio pubblico, ma non certo per i cittadini e per l'azienda. La Rai così com'è è indifendibile». Lo ha affermato Matteo Orfini, responsabile Cultura e informazione del Pd.
Orfini porta come «ultimo esempio di quanto pesino i condizionamenti» quello di ieri sera, «quando Report ha superato negli ascolti Barbarossa, dimostrando che quando la politica impone produzioni e palinsesti, il risultato è catastrofico. E' ora di voltare pagina».