2 maggio 2024
Aggiornato 09:30
Celebrazioni per i 150 anni di unità nazionale

Napolitano: Monti non mortifica la Politica

Il Presidente della Repubblica: Ma contribuisce a rivalutarla nell'interesse generale. L'Europa superi gli asfittici sistemi nazionali. Con Monti l'Italia ha riacquisito capitale di fiducia. La legalità essenziale per combattere la mafia. Benigni a Napolitano: Servo per un settennato tecnico?

ROMA - «Garantire la continuità di scelte di governo e parlamentare che stanno palesemente giovando alla causa della salvezza e al prestigio dell'Italia non mortifica la politica, ma contribuisce a rivalutarla, a riaccreditarla nella sua missione più autentica di espressione di interesse generale e di rafforzamento della compagine nazionale». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenendo alla cerimonia di bilancio su un anno di celebrazioni per i 150 anni di unità nazionale, in corso al Quirinale.

Partiti pensino a riforme e a morale trasparente - Le «forze più rappresentative» della politica devono dimostrare «in questa fase di saper varare riforme istituzionali condivise, già per troppo tempo eluse», e devono tendere «a garantire nel futuro comportamenti trasparenti sul piano della moralità, nonché più alti livelli di qualità nelle rappresentanze istituzionali e di governo».

L'Europa superi gli asfittici sistemi nazionali - «Una sempre più stretta integrazione europea, attraverso il crescente ricorso a forme di sovranità condivisa che riducano l'area delle distinte e separate sovranità nazionale, è una necessità oggettiva del nostro tempo e non conduce alla fine né della politica né della democrazia».
«Piuttosto - ha aggiunto il presidente della Repubblica - muoviamo in Europa verso scenari e modi di essere della vita democratica nel rispetto delle diversità e peculiarità delle nostre storie e culture nazionali, ma superando gli steccati di ormai asfittici sistemi nazionali. Questa diventa anche la proiezione di quel sentimento di identità, appartenenza e unità italiana, di quel rinnovato attaccamento alla patria, che abbiamo sollecitato e visto riemergere con le celebrazioni del centocinquantenario».

Con Monti l'Italia ha riacquisito capitale di fiducia - Il governo Monti, sostenuto dai partiti in Parlamento, ha ottenuto «risultati di innegabile rilievo. In sostanza una rinnovata fiducia in sede europea e internazionale, nella capacità di ripresa e di sviluppo dell'Italia e nel suo apporto al superamento della crisi dell'Eurozona e del progetto europeo».
«Di qui anche l'allentamento della pressione, nei mercati finanziari, sui titoli del nostro debito pubblico a conferma che - ha precisato il capo dello Stato - il rimedio sovrano dinnanzi ad attacchi speculativi e a più complesse insidie di carattere economico-politico è sempre il capitale di fiducia che si è acquisito o riacquisito».

La legalità essenziale per combattere la mafia - «Il costante impegno nel rinnovare il ricordo delle donne e degli uomini vittime della criminalità mafiosa contribuisce a sottrarre alle organizzazioni criminali spazi e occasioni di penetrazione e di consolidamento nella società». Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al presidente di Libera, don Luigi Ciotti, in occasione della «Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime della mafia»
«L'assoluta fiducia nei principi di legalità e di giustizia professati nella quotidiana azione di Libera - ha scritto ancora il capo dello Stato - costituisce un elemento essenziale per superare le sacche di opacità e di ambiguità che nutrono le più pericolose forme di delinquenza e umiliano la dignità di tanti onesti cittadini».
Napolitano ha espresso, dunque, «vivo compiacimento» per «la diciassettesima edizione della giornata dell'impegno e della memoria, che ho posto volentieri sotto il mio alto patronato e che considero una tappa significativa del cammino di crescita civile e di riscatto sociale avviato con tenacia e coraggio dall'Associazione Libera».

Benigni a Napolitano: Servo per settennato tecnico? - «Il Palazzo del Quirinale è il più bello del mondo... Presidente, ha bisogno di me? Che so... Per sostituire un corazziere oppure per un settennato tecnico...». Il salone dei Corazzieri del Quirinale esplode in una risata dopo l'altra quando alla cerimonia di bilancio del Centocinquantenario dell'unità nazionale interviene Roberto Benigni con la sua solita verve. Raffiche di battute da parte del comico toscano, cui il Quirinale ha affidato il compito di ricordare pezzi di storia del nostro paese e del suo processo unitario di fronte ad una platea che comprendeva tra gli altri i ministri Terzi, Cancellieri, Severino, Di Paola, Ornaghi, Profumo, i presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, il sindaco di Roma Alemanno, la governatrice del Lazio Polverini, il presidente della Provincia Zingaretti, e poi i Letta, Gianni ed Enrico, Giuliano Amato, presidente del comitato dei garanti per il 150esimo dell'unità d'Italia.
«Volevo venire qui a cavallo...», ha esordito Benigni ricordando implicitamente la sua 'entrata trionfale' dell'anno scorso a Sanremo. «Ho qui una «paccata» di fogli...», ha continuato, facendo satira di una delle ultime 'frasi celebri' del ministro Fornero ai sindacati («Se uno comincia a dire 'no', perché noi dovremmo mettere lì una paccata di miliardi...«).
L'attore si è prodotto in citazioni di Cavour, Mazzini, Garibaldi, ma anche Trilussa, fino alle 'Lettere dei condannati a morte della Resistenza', pezzo sul quale si è commosso. E ancora paragoni ironici tra la storia passata e la crisi economica: «Oggi il nemico è impalpabile, non si può lanciare una stampella contro lo spread...». Voli pindarici sul sogno unitario: «Imagine...Garibaldi l'ha detto molto tempo prima di John Lennon». Per chiudere uno sfottò sul Centocinquantenario: «Oggi si chiudono le celebrazioni, da domani torniamo al Granducato di Toscana...».