25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Convention Futuro e Libertà

Fini: Nel Polo nazionale non c'è spazio per il Pdl

A Pietrasanta il Presidente della Camera supera FLI e rivendica: Abbiamo messo fine al berlusconismo. Della Vedova: Costruire una «cosa grande», non tarpare le ali. Bocchino: Il Terzo Polo è l'embrione del bambino che saremo. Il Governo Monti c'è perché Fini ha puntato il dito

PIETRASANTA - Sarà per convinzione, o magari solo per tattica. Certo è che Gianfranco Fini, chiamato a motivare una platea reduce da diciotto mesi vissuti 'pericolosamente e in perenne altalena politico-emotiva, affronta il nuovo appuntamento di Futuro e libertà a Pietrasanta vestendo i panni del principale sponsor dell'aggregazione candidata a rimpiazzare il Terzo Polo. E, per farlo, fissa un paio di paletti rilevanti: non bisogna aver paura di mescolarsi agli alleati per costruire un nuovo contenitore repubblicano; nel nuovo progetto non c'è spazio per il Pdl. A sera, in una pausa dei lavori, si concede anche una sigaretta, vizio al quale non rinuncia ormai solo in occasione degli appuntamenti che contano.

La chiusura del berlusconismo è merito nostro - L'occasione in questione è ghiotta, visto che la nascita e l'evoluzione dell'esperienza del governo Monti ha dato ragione a chi puntava ad archiviare il Cavaliere. Fini lo sa e stavolta decide di rivendicare la battaglia ormai alle spalle: «Fli ha chiuso l'era del berlusconismo, è merito nostro». Da qui si parte per costruire il futuro, rileva il Presidente della Camera, da qui bisogna ripartire per edificare una forza che si candida ad essere «centrale» nella neonata «Terza Repubblica». E' la nuova «aggregazione» post terzopolista, i cui contorni Fini inizia a delineare.
A Pietrasanta un'anima importante del partito reclama la sopravvivenza di Futuro e libertà, invitando a non commettere gli errori del passato, senza lesinare qualche critica all'alleato centrista. Fini concede qualcosa: Non scioglieremo la struttura del partito. Ma poi rilancia: l'alleanza, il patto o la lista, insomma il Polo nazionale per la Terza Repubblica che nascerà dovrà necessariamente avere «una vocazione maggioritaria». Si apre uno spazio politico, visto che dopo Monti nulla sarà più come prima, per questo occorre rispondere all'antipolitica con un'aggregazione aperta non solo ai partiti, ma anche al mondo dell'associazionismo, del volontariato, a quelle energie positive che possono salvare l'Italia. Senza steccati di partito, né barriere ideologiche.

Della Vedova: Costruire una «cosa grande», non tarpare le ali - Non un contenitore «centrista», ma «andare avanti» per costruire un «nuovo polo»: questo «non significa sciogliere» Fli, ma neanche che bisogna porre «limiti alla provvidenza», anche perché la «rovina» rappresentata dal Pdl non vuol dire in assoluto che non possano essere edificati «grandi partiti». Lo ha detto Benedetto Della Vedova, capogruppo di Fli alla Camera, parlando alla convention del partito a Pietrasanta.
L'obiettivo è «offrire a Fini e Casini la leadership di una cosa grande, poi decideremo come configurarla: non dobbiamo tarparci le ali», anche perché sarebbe auspicabile «costruire insieme ad altri un grande partito». «Magari!», ha concluso Della Vedova.

Bocchino: Il Terzo Polo è l'embrione del bambino che saremo - «Da Pietrasanta inizia la fase due di Fli, da ora andiamo in discesa, abbiamo il vantaggio che siamo giovani e piccoli e incardinati nel modo giusto. Ma non possiamo fare da soli e dobbiamo considerare il Terzo Polo come l'embrione del bambino che saremo». Lo ha detto Italo Bocchino, vicepresidente di Fli, a proposito della prospettiva del partito nel Terzo Polo.
«Non stiamo a lambiccarci sul Terzo Polo perchè questo è solo l'embrione di quella che in futuro potrà essere la 'lista degli italiani', un rassemblement molto più grande. Il Terzo Polo è l'embrione, non è il bambino. Ed è inutile cercare di vedere nell'embrione occhi, manine, gambe: non è possibile. Il bambino lo vedremo dopo le elezioni del 2013. Il bipolarismo è fallito, anche se in quel progetto noi avevamo creduto adesso bisogna smantellare. Abbiamo disaggregato, dobbiamo riaggregare una coalizione nuova e fondata su un nuovo bipolarismo, quello dei contenuti», ha concluso Bocchino.

Il Governo Monti c'è perché Fini ha puntato il dito - «A Pietrasanta si chiude la fase uno per Fli: una partita difficile che abbiamo vinto cinque a zero, anche se hanno provato ad ammazzarci. Invece siamo ancora qui, abbiamo vinto la sfida per la sopravvivenza, abbiamo disgregato un sistema che non funzionava e Fini ha posto la prima pietra per il governo Monti».
«Se c'è oggi il governo Monti è perchè c'è stato un leader visionario, Gianfranco Fini, che ha deciso di giocare quella partita, di puntare il dito, di fare da precursore e porre la prima pietra per il governo Monti», ha rivendicato Bocchino, sottolineando il valore anche simbolico della direzione nazionale del 'che fai mi cacci?' di Fini, rivolto a Silvio Berlusconi.