7 maggio 2024
Aggiornato 12:30
A Parigi l'asse progressista europeo

PD, l'abbraccio Bersani-Hollande agita gli ex Popolari

Il documento dei progressisti europei ha messo in agitazione Giuseppe Fioroni e diversi altri ex popolari, ma lascia qualche perplessità anche tra i veltroniani, mentre il lettiano Francesco Boccia cerca di fare il «pompiere» e chiede di evitare «tafazzismi»

ROMA - Pier Luigi Bersani vola a Parigi per suggellare quell'asse progressista europeo che conta di 'spendersi' anche in Italia nei prossimi mesi e, puntuale, ripartono nel partito i distinguo di chi teme un Pd che guarda solo a sinistra. Il documento dei progressisti europei che dovrebbe uscire fuori dall'incontro parigino ha messo in agitazione Giuseppe Fioroni e diversi altri ex popolari, ma lascia qualche perplessità anche tra i veltroniani, mentre il lettiano Francesco Boccia cerca di fare il «pompiere» e chiede di evitare «tafazzismi». Qualche problema, peraltro, pare ci sia stato anche nei giorni scorsi tra il Pd e Ps sul documento da approvare. Le posizioni critiche verso il trattato 'fiscal compact' assunte da François Hollande sono ritenute troppo rigide dai democratici e ancora in queste ore si sta cercando di trovare una formulazione che accontenti tutti.

Ma il problema per Bersani, appunto, è interno: Fioroni, Follini e un'altra dozzina di parlamentari hanno messo a punto un vero e proprio documento per criticare l'appoggio del leader Pd a Hollande e chiedere, invece, un sostegno per il «più europeista» François Bayrou. «Qual è la coerenza del Partito democratico?», è il titolo del foglio messo a punto dagli ex Ppi: «Bayrou dimostra di avere più determinazione e più tenuta nella difesa della politica d'integrazione europea. Sicché appare incongruo che il Partito democratico - aderente al Gruppo dei Socialisti e Democratici nel Parlamento europeo, ma non al Partito socialista europeo (Pse) - debba adottare a senso unico una sorta di «solidarietà internazionalista» e dunque affidassi totalmente alle rituali formule di sostegno al candidato socialista all'Eliseo».

Tonini: A Parigi per fare che? - Ieri, poi, il veltroniano Giorgio Tonini aveva scritto un intervento su Europa dall'eloquente titolo: «A Parigi per fare che?». Toni più «soft», ma non distanti da quelli degli ex Ppi: «Il problema non è tanto con chi stiamo, ma cosa diciamo». Ovvero, il Pd dialoghi pure con Hollande e gli altri socialisti europei, ma avendo chiaro qual è il «Dna» del partito, che non è semplicemente la versione italiana del socialismo europeo.

Boccia: Non facciamo Tafazzi - Boccia, lettiano, nel merito non deve pensarla troppo diversamente da Tonini. Ma, in questo momento, preferisce evitare discussioni: «Ma 48 ore di tranquillità no? Non ci potevamo godere l'accordo tra Monti e i partiti, che è una tappa importante? Mettersi a discutere di cosa succede in Francia, negli Usa o in Cina è un esercizio che può appassionare alcuni ma è completamente sganciato dalla realtà e serve a riscoprire l'immancabile Tafazzi. Le scelte europee sono importanti, ma prima spegniamo il fuoco nella casa che brucia. ».