7 maggio 2024
Aggiornato 18:30
Inaugurazione di una sede della Lega a Manerbio

Maroni: A Verona per vincere serve la lista Tosi

L'ex Ministro dell'Interno: Mi auguro il caso si risolva già domani, ma non sono io a decidere. Tangenti? Non commento la vicenda. Rendere più facili le assunzioni, non i licenziamenti. Troppi voti di fiducia, Napolitano si faccia sentire

MANERBIO - A Verona, come in altre città, bisogna mettere in condizione i sindaci della Lega di vincere, anche ricorrendo, dove richiesto dagli stessi candidati leghisti, a liste con il proprio nome. Lo ha detto Umberto Bossi, a margine dell'inaugurazione di una sede della Lega a Manerbio, in provincia di Brescia. «Spero che Umberto Bossi e la Lega con lui faccia tutto il necessario per mettere i nostri sindaci in condizione di vincere. Spero che le questioni ancora sul tappeto - ha detto Maroni - come la lista Tosi, vengano risolte, spero già domani (all'incontro del Parlamento padano a Vicenza ndr)».
Maroni ha ribadito che «se un sindaco dice che per vincere ha bisogno di una lista a suo nome, io sono favorevole, ma non sono io a decidere». I sindaci vanno ascoltati, secondo l'ex ministro dell'Interno, «caso per caso. Dobbiamo capire lì dove serve che cosa serve fare. E che se un sindaco dice di impegnarsi e che per vincere ha bisogno di una lista civica col suo nome, Tosi o anche Bitonci a Cittadella, sono del parere di farlo. Poi - ha concluso Maroni - non decido io. Credo che sia una cosa di buon senso».

Tangenti? Non commento la vicenda - L'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni ha preferito non commentare le frasi di un ex esponente locale della Lega Nord, Marco Paoletti, indagato e interrogato in un verbale del 21 ottobre scorso dai pm milanesi che hanno iscritto nel registro degli indagati il presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni. «Ero consapevole del fatto che un terzo dei profitti sarebbero andati alla Lega», aveva detto a verbale Paoletti. «Non commento questa vicenda - ha detto oggi Maroni - Ho letto che sono verbali dell'ottobre scorso. Non ho niente da dire».

Rendere più facili le assunzioni, non i licenziamenti - Al posto di «rendere più facili i licenziamenti, occorre rendere più facili le assunzioni», perché il primo dei problemi è il lavoro per i giovani. «Le piccole e medie imprese aderenti a Rete Italia, ha osservato Maroni, «hanno minacciato di disdire tutti i contratti collettivi di lavoro a seguito dell'intesa raggiunta ieri sera. E questa è la cosa più grave. Sembra che nessuno se ne curi».
La Lega, ha aggiunto Maroni, è preoccupata perché «se il mondo delle imprese dice no a queste misure ciò vuol dire perdita di posti di lavoro e chiusura di imprese. L'esatto contrario di quello che serve».

Troppi voti fiducia, Napolitano si faccia sentire - Il ricorso continuo del governo al voto di fiducia «imbavaglia la Lega», che aspetta di «sentire la voce di chi, presidente della Repubblica in primo luogo, ha sempre difeso la centralità del parlamento. Noi ci sentiamo imbavagliati - ha detto Maroni . E' impossibile discutere, i nostri emendamenti vengono cancellati, ci viene impedito lo svolgimento del nostro ruolo d'opposizione. Questo non è giusto, non è democrazia».
Maroni ha osservato che «quando il governo viene in Parlamento mette il bavaglio alla Lega. E' incomprensibile come 10 decreti su 11 siano passati con la fiducia. E attendo ancora - ha aggiunto - di sentire la voce di chi autorevolmente negli anni passati ha sempre sottolineato la centralità del parlamento quando iil governo Berlusconi si permetteva di mettere una fiducia».