28 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Domani vertice a Palazzo Chigi

Berlusconi vede Monti, cresce la voglia di un «2013 tecnico»

Che si sentano spesso Monti l'ha fatto capire in varie occasioni. Ma ogni volta che Silvio Berlusconi va palazzo Chigi per incontrare il suo successore, come accadrà domani all'ora di pranzo, fa sempre notizia. Alfano: Il Professore vada avanti sul mercato del lavoro senza timidezze

ROMA - Che si sentano, forse più spesso di quanto si immagini, Mario Monti l'ha fatto capire in varie occasioni. Eppure, ogni volta che Silvio Berlusconi varca il portone di palazzo Chigi per incontrare il suo successore, come accadrà domani all'ora di pranzo, fa sempre notizia. D'altra parte è capitato soltanto un'altra volta, se si esclude il «rito» della campanella che sancì ufficialmente il passaggio di consegne alla guida del governo.

Alfano: Monti proceda sul mercato del lavoro - Nel faccia a faccia precedente, era il 21 dicembre, l'ex premier era accompagnato da Gianni Letta. Domani con lui ci sarà il segretario del Pdl, Angelino Alfano, che anticipa i temi che ufficialmente saranno messi sul tappeto: a Monti - spiega - diremo di andare avanti con le riforme «senza timidezze e senza farsi condizionare». A cominciare da un tema: quello del mercato del lavoro e connesso articolo 18. Un argomento nient'affatto casuale: il Pdl d'altra parte ha buon gioco a sostenere una riforma che era nel suo programma e che, soprattutto, ancora prima di essere messa nero su bianco, sta scatenando divisioni nel Pd.
Poi da discutere c'è anche la questione, sensibile per il partito di Alfano, delle liberalizzazioni, ma è probabile che nel colloquio venga affrontato anche il tema della riforma della giustizia se è vero che Silvio Berlusconi continua ad esserne ossessionato come dimostrato dagli ennesimi sfoghi anti giudici propinati agli amministratori locali convocati ieri festosamente a villa Gernetto per parlare di amministrative. Quasi impossibile trovare qualcuno che lo ammetta ufficialmente, ma dietro anonimato alcuni esponenti del Pdl confermano che si potrebbe anche affrontare la questione della governance della Rai, oltre che delle aziende del Cavaliere.

D'altra parte il rapporto tra Mario Monti e Silvio Berlusconi è positivo: ancora ieri sera l'ex premier ricordava di essere stato lui a nominare il Professore come commissario europeo. E al suo successore il Cavaliere ribadirà - così come fatto nel faccia a faccia precedente - che il sostegno del Pdl al governo è «leale». Rispetto all'incontro pre-natalizio, tuttavia, Silvio Berlusconi ha meno bisogno di far vedere che pianta paletti all'azione dell'Esecutivo. E questo non certo perché la situazione nel suo partito sia migliorata: falchi e colombe ancora confliggono e per di più si sta facendo i conti con un calo di consensi costante e con la prospettiva di una Caporetto alle amministrative, a cominciare da grandi città come Genova e Palermo.
Ma Berlusconi è consapevole, e lo ha spiegato a più di un interlocutore nella cena di ieri sera, che se questo governo continua nella sua azione riformatrice e risanatrice senza che nel Paese ci siano troppe proteste, sarà impossibile nel 2013 non fare i conti con l'eredità del Professore o più in generale con il parterre dei tecnici, presentandosi alle elezioni come se niente fosse. Anche per questo il Cavaliere ha ribadito che non si può lasciare Monti alla sinistra né pensare di presentarsi al prossimo voto politico senza che vi sia un forte rinnovamento del partito. Parole che in molti hanno letto come la tentazione di creare un nuovo contenitore a forza centripeta in grado di attrarre i tecnici, prima che lo faccia qualcun'altro.