Liberalizzazioni, gli Avvocati in sciopero anche a marzo per 4 giorni
l tutto come «segno di protesta contro i progetti del governo in materia di giustizia e di liberalizzazioni». Rutelli (ApI): Le corporazioni attaccano, noi con il Governo. Belisario (IdV): Giù le mani dall`acqua pubblica
ROMA - L'assemblea nazionale dell'Organismo unitario dell'avvocatura (Oua) ha confermato all'unanimità lo sciopero già indetto per il 23 e il 24 febbraio, e ha proclamato l'astensione dalle udienze per altre quattro giornate, dal 21 al 24 marzo. Il tutto come «segno di protesta contro i progetti del governo in materia di giustizia e di liberalizzazioni». Il 23 febbraio, inoltre, gli avvocati terranno una manifestazione al cinema Adriano di Roma e metteranno in atto un'occupazione «simbolica» in 100 uffici giudiziari tra il 23 e il 24 febbraio, nonchè manifestazioni davanti a Palazzo Chigi, Camera dei Deputati e Senato.
«Chi crede di poter barattare i diritti dei cittadini con qualche piccolo inciucio al ribasso si sbaglia di grosso - ha detto il presidente dell'Oua, Maurizio De Tilla - chiediamo l'abrogazione dell'articolo che cancella le tariffe e l'eliminazione della norma che consente la presenza di soci di capitale negli studi professionali. Vogliamo poi il superamento dell'inutile, dannosa e recente legge sul processo civile, lo slittamento dell'entrata in vigore dell'obbligatorietà della media conciliazione per gli incidenti stradali ed il condominio».
Gli avvocati esprimono anche dissenso sull'istituzione del Tribunale delle imprese «con competenze territoriali restrittive e materie troppo estese ed arbitrarie» e chiedono di istituire con urgenza un tavolo per ridiscutere sia la revisione della geografia giudiziaria, sia l'accorpamento dei giudici di pace. I giorni di sciopero fissati per marzo coincideranno con il congresso straordinario forense che si svolgerà il 23 e il 24 marzo a Milano. «Crediamo - ha concluso De Tilla - che sia inaccettabile che si continui con interventi legislativi che di fatto smantellano le stesse fondamenta del sistema professionale».
Rutelli (ApI): Le corporazioni attaccano, noi con il Governo - Il decreto liberalizzazioni «è a rischio perché le spinte corporative e settoriali lo stanno minando e il Senato può perdere di vista l'interesse generale». Lo ha tenuto a sottolineare il leader dell'Api e capogruppo del Terzo Polo in Senato, Francesco Rutelli, in una conferenza stampa dove sono stati illustrati gli emendamenti presentati dal gruppo.
Per il Terzo Polo, il decreto deve invece andare nella direzione di essere «rafforzato» e rispetto alle spinte corporative «noi vogliamo essere garanti dell'interesse generale, vogliamo ascoltare le parti, e le categorie ma no ad affossare il provvedimento».
Rutelli ha fatto notare che il gruppo ha presentato inizialmente 138 proposte emendative che già sono state ridotte a 50, un «taglio dei due terzi» proprio in linea con il «giudizio politico» favorevole al processo di liberalizzazioni. E nel caso in cui debba esserci la fiducia e il provvedimento dovesse «scricchiolare noi ci schiereremo convintamente con il governo».
Belisario (IdV): Giù le mani dall'acqua pubblica - «L'acqua pubblica è un diritto di tutti e tale deve rimanere, come hanno detto in modo inequivocabile i cittadini attraverso il referendum. Non permetteremo perciò che qualcuno approfitti del decreto liberalizzazioni per tradire la volontà popolare e scippare gli italiani di questo sacrosanto diritto». Lo hanno affermato in una nota congiunta il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario, e la capogruppo del partito in commissione Industria, Patrizia Bugnano.
«Il decreto - hanno aggiunto - andava cambiato in meglio, invece in Senato si sta facendo di tutto per renderlo sempre peggiore. Così, grazie agli accordi sottobanco con cui il Pdl tiene in vita il governo, prima c'è stata la bocciatura dell'emendamento IdV che imponeva di mettere subito all'asta le frequenze televisive e ora c'è chi, nell'insolita maggioranza che sostiene l'esecutivo, punta a rimettere sul mercato i servizi idrici calpestando l'esito del referendum. Una doppia vergogna - contro cui l'Italia del Valori continuerà a dare battaglia, nel rispetto degli italiani e a difesa dei loro dei diritti».