Crisi, Monti: Sacrifici necessari, ma escludo nuove manovre
Il Premier: Non farò mai il brutto scherzo di accusare l'Unione per le nostre decisioni. Bene il pareggio di bilancio, ma non sia la «golden rule». Stability bond strumento di disciplina dei mercati. Stiamo portando l'Italia fuori dalla zona d'ombra
ROMA - «Ho visto troppe volte come commissario, i governi nazionali giocare il ruolo di accusatori delle istituzioni europee dopo aver partecipato a decisioni prese in Ue. Io mi sono ripromesso di non fare mai questo brutto scherzo all'Ue». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti, durante il suo intervento all'Europarlamento. «Spiego sempre ai miei concittadini - ha aggiunto - che i sacrifici importanti e le riforme difficili a cui sono chiamati non sono imposti dall'Ue ma necessari per il miglioramento della vita economica, sociale e civile e nell'interesse dei nostri figli».
«Sono anche cose che l'Ue chiede di fare - ha sottolineato - ma non possono essere imputate all'Ue. Sento la responsabilità di guidare un Paese che ha una materia prima sempre più rara e cioè una opinione pubblica favorevole alla coesione dell'Unione. Sento di non dover dissipare questa materia prima ma di doverla coltivare con cura con argomenti di sostanza. In ogni occasione che ho, invito i miei colleghi a usare la stessa attenzione e riguardo verso la nostra costruzione comune».
«L'Italia ha chiesto e ottenuto in sede di Consiglio Europeo di dare una priorità più alta alla crescita, ed è perfettamente possibile senza mettere in discussione la disciplina: basta uscire da certi luoghi comuni» ha aggiunto Monti. «Al tavolo del Consiglio Europeo l'Italia sta portando con crescente intensità la voce della crescita, perchè si sente la coscienza a posto a fa al proprio interno tutto ciò che è necessario per la disciplina di bilancio», ha rivendicato. Il prossimo Consiglio Europeo avrà dunque «molto da fare sulla crescita», e per esempio «il mercato unico ha ancora molto da dare per la crescita economica europea». Magari partendo dall'Atto sul mercato unico proposto dal commissario Barnier che «contiene un grande potenziale di crescita». L'Italia «si batte perchè seguano i fatti, perchè i capi di governo si impegnino per questo e per evitare che la Ue sia solo una grigia serie di direttive».
Anche con i dati della recessione escludo nuove manovre - Anche con i nuovi dati che certificano la recessione dell'economia italiana, il governo esclude la necessità di nuove manovre correttive per raggiungere l'obiettivo de pareggio di bilancio nel 2013.
«Se ci sono previsioni di crescita più recessive del previsto, questo non ci induce a prendere ulteriori misure nel senso del consolidamento del bilancio pubblico», ha detto Monti, spiegando che «abbiamo un obiettivo che riteniamo di aver già messo al sicuro» perchè «abbiamo utilizzato previsioni molto molto pessimistiche e cautelative per quanto riguarda tassi di crescita, ipotizzando tassi di interesse al livello novembre, e per fortuna sono già scesi e speriamo scendano ancora».
Bene il pareggio di bilancio, ma non sia la «golden rule» - «Credo che un giorno verrà anche il momento, ma tra qualche tempo, per riconsiderare se il trattamento che viene dato all'atto economico dell'investimento privato ma anche pubblico sia oggi quello più adeguato».
«Benissimo che oggi nelle nostre Costituzioni si introduca la regola del pareggio di bilancio strutturalmente corretto, un po' meno bene - ha osservato - averla chiamata golden rule. Questa è una importante disciplina, ma una volta anche nella cultura economica tedesca, la golden rule era quella che stabiliva che ci potesse essere un indebitamento dello Stato, ma solo fino al limite degli investimenti pubblici, cioè si può finanziare con il debito quella che è formazione di capitale. Un giorno l'Europa, completata la grande trasformazione che per merito soprattutto della Germania abbiamo compiuto in questi anni verso la cultura della disciplina, potrà permettersi senza attenuarla, di considerare in modo più freddo e pacato anche strumenti per la crescita come questi».
Stability bond strumento di disciplina dei mercati - Gli stability bond sono uno strumento di disciplina dei mercati.
«Gli stability bond - ha osservato - su cui questo Parlamento si è con larghissima maggioranza pronunciato, sono qualcosa che io stesso ho promosso in altre sedi, mai vedendoli come un possibile strumento di indisciplina di bilancio, sono uno strumento di maggiore integrazione dei mercati finanziari e sono uno strumento che, se ben costruito lungo le linee del libro verde della Commissione e della risoluzione del Parlamento europeo, possono dare un contributo per rendere più disciplinante l'azione dei mercati finanziari nei confronti dei bilanci pubblici».
E' solo un esempio di strumenti che possono essere messi in atto, rispettando le sensibilità: se un grande Paese ritiene che gli stability bond debbano venire un po' più avanti anziché un po' prima, questa sensibilità - ha sottolineato Monti - andrà rispettata purchè non si dica che è pericoloso studiarli».
Non ci sono «buoni» e «cattivi» in Europa... - In Europa non ci sono «buoni» e «cattivi», anzi è bene ricordare sempre che la pratica di non rispettare la disciplina di bilancio è stata inaugurata proprio da Francia e Germania. «Ho da osservare che gli stati centrali - e lo è stata anche l'Italia dal punto di vista della responsabilità - a cominciare dalle due maggiori economie dell'eurozona, Germania e Francia sono state all'origine» della crisi del debito. «Quei due paesi hanno preferito esercitare la loro influenza politica per rompere l'enforcement» sui vincoli di bilancio, «è un fatto che un grande vulnus alla credibilità della disciplina di bilancio è venuto da lì».
Insomma, «non possiamo dimenticare che ci sono responsabilità del centro, così come della periferia, perché è vero che diversi stati dalla periferia - come quello che rappresento - si sono spesso lasciati andare all'indisciplina di bilancio. Ma non esistono i buoni e i cattivi».
Stiamo portando Paese fuori dalla zona d'ombra - «L'Italia è ora impegnata in una complessa corsa all'uscita dall'emergenza, credo che stiamo gradualmente riuscendo a togliere il nostro paese dalla zona d'ombra nel quale per qualche momento è stato collocato come possibile focolaio. Stiamo compiendo - ha aggiunto - tutti gli sforzi necessari per il consolidamento di bilancio e le riforme strutturali».
Determinati a fare le riforme strutturali necessarie - «Siamo determinati, nel particolare rapporto tra governo e Parlamento, a compiere rapidamente le riforme strutturali necessarie».
«Ritengo indissociabile la responsabilità che sento verso il mio Paese e quella che da italiano ho verso l'Europa», ha specificato Monti. «E' un'emozione trovarmi in questo luogo: il primo contatto lo nel gennaio '95 per la conferma a membro della commissione europea, e da allora per 10 anni per me il Parlamento è stato un interlocutore decisivo e ho visto la vita democratica della Ue crescere in quest'aula. Ho sempre ritenuto per la Commissione che il Parlamento fosse un alleato fondamentale per portare avanti la costruzione europea. Ora sono tra i banchi del Consiglio, ed è un'esperienza nuova essere responsabile della politica di uno Stato membro», ha spiegato Monti.
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