18 aprile 2024
Aggiornato 08:00
La «strana maggioranza» e le riforme

Legge elettorale, giro di valzer tra partiti ma per ora ci si studia

Per molti la partita entrerà nel vivo solo dopo le amministrative. PD e PDL si sono trovati d'accordo su due punti: restituire agli elettori il potere di scegliere i parlamentari e mantenere un impianto «tendenzialmente bipolare»

ROMA - Ignazio La Russa ha assicurato che non si tratta di ammuina, ma basta leggere il comunicato congiunto diffuso da Pd e Pdl dopo l'incontro sulla legge elettorale per capire che la vera trattativa, se mai partirà, è rimandata di diverse settimane. I due partiti si sono trovati d'accordo su due punti: restituire agli elettori il potere di scegliere i parlamentari e mantenere un impianto «tendenzialmente bipolare». Difficile trovare un solo politico, dentro e fuori il parlamento, che sia disposto a pronunciarsi contro il potere di scelta degli elettori; quanto al sistema bipolare, l'avverbio «tendenzialmente» è sufficientemente vago da non urtare più di tanto nessuno, nemmeno il Terzo polo che ormai ragiona in grande.

La Russa: Le alleanze sono una scelta politica - Del resto, lo stesso La Russa, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se Pdl e Lega continueranno a marciare assieme, ha risposto così: «Le alleanze non dipendono solo dal sistema elettorale, ma da una scelta politica. L'alleanza con la Lega è una delle strade che con forza continuiamo a percorrere, siamo alleati in molte realtà locali. Ma, come sapete, i matrimoni si fanno in due...». Tradotto, il Pdl non ha ancora definito la sua strategia per il 2013, anche se il rapporto con Umberto Bossi pare logoro, e di conseguenza, come spiegava giorni fa Gian Claudio Bressa del Pd, «finché non decidono cosa fare con la Lega, anche sulla legge elettorale non si arriva a nulla di concreto».

Ma il discorso vale anche per il Pd e per il Terzo polo. Difficile che Pier Luigi Bersani entri nel merito di un meccanismo elettorale prima di avere capito quale sarà l'assetto politico per le prossime elezioni: il Terzo polo correrà da solo cercando di intercettare il voto Pdl in uscita? O il Pdl avvierà un cantiere dei moderati, stile Ppe italiano, aperto anche ai centristi e offerto alla guida di Corrado Passera? Scenari diversi, che non sono affatto indifferenti per il confronto sulla legge elettorale. Anche perché, per esempio, un pezzo di Pd, da Walter Veltroni a Enrico Letta, certamente non direbbe no a priori a una coalizione di salvezza nazionale guidata da Passera, anche per il 2013, mentre Bersani, oggi, ha detto chiaro e tondo «no» a governi di larga coalizione per il futuro.

Per molti la partita entrerà nel vivo solo dopo le Amministrative - Per ora l'unica cosa certa è che in Parlamento si proverà a verificare la fattibilità di procedere con riforme istituzionali e legge elettorale. La Lega, con Roberto Calderoli, dice che senza la riduzione dei parlamentari non si tocca la legge elettorale; il Pd dice che se non si riesce a fare le riforme istituzionali bisogna comunque correggere la legge elettorale, il Pdl, con La Russa, spiega che è meglio anche una minima correzione del Porcellum, magari con le preferenze, piuttosto che lasciare tutto così. Il Pd, però, ribatte che le preferenze proprio non vanno bene. Di fatto, molti giurano che solo dopo le amministrative si capirà se il confronto sulla legge elettorale potrà davvero decollare. Anche perché, come chiosava oggi un esponente Pd, «solo quando vedremo sedere i leader intorno a un tavolo si potrà pensare che si sta facendo sul serio», ovvero a ridosso della campagna elettorale, con le pedine politiche ormai sullo scacchiere.