29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Politica & Inchieste | Il caso Lusi

Parisi: Lusi gestiva i soldi per Rutelli

Il Deputato del PD a Repubblica nega di aver ricevuto soldi dal bilancio della Margherita: «Preoccupante» che nessuno si sia accorto di 13 milioni di ammanco. Orlando (Idv): Il Parlamento esamini il ddl di riforma per i rimborsi a partiti

MILANO - Con Luigi Lusi c'è stato da sempre un «continuo infinito braccio di ferro» per la «sistematica resistenza a dare conto» delle risorse della Margherita ma Arturo Parisi non ha avuto mai «il sospetto di una appropriazione personale a fini privati». In un'intervista a Repubblica, Parisi racconta le ragioni di «un braccio di ferro con un avversario messo a guardia delle risorse del partito a garanzia del fatto che fossero spese a sostegno della presidenza Rutelli e della sua linea politica».
«È per questo - spiega Parisi - che da presidente dell'Assemblea federale avevo chiesto la costituzione di un comitato di tesoreria che difendesse le minoranze dagli eccessi di potere e, con masochismo, me ne accollai per anni la presidenza. Ma mai avrei immaginato che si finisse a guardie e ladri. Se non avessi letto la pubblica assunzione di responsabilità personale di Lusi, ancora oggi avrei difficoltà a crederci».
Parisi nega di aver ricevuto soldi dal bilancio della Margherita e definisce «ancora più preoccupante» il fatto che nessuno si sia accorto di 13 milioni di ammanco. E ricorda: «nel luglio del 2002 denunciai impotente il rischio che finissimo sommersi dalla valanga di soldi. Mi ricordo che ci fu chi mi disse: Se le risorse non vuoi usarle tu, le usiamo noi. Non voglio dire che il denaro sia lo sterco del diavolo, ma quando è troppo il denaro ai partiti qualcuno può finirci dentro».

Orlando (Idv): Il Parlamento esamini il ddl di riforma rimborsi a partiti - «L'Italia dei Valori ha presentato un disegno di legge per regolamentare una volta per tutte i rimborsi elettorali e la gestione finanziaria dei partiti. E' indispensabile che la politica, a qualsiasi livello, adotti un codice etico rigoroso che garantisca credibilità, moralità e chiarezza. La gestione della res publica richiede infatti assoluta trasparenza e non ammette zone d'ombra. La disciplina dei rimborsi elettorali va affrontata in Parlamento il prima possibile e, per questo, siamo pronti a sottoporre la nostra proposta all'attenzione degli altri partiti». È quanto affermato in una nota dal portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando.
«Il nostro disegno di legge - ha aggiunto- stabilisce il dimezzamento degli attuali rimborsi elettorali e l'ammissibilità a ricevere questi rimborsi solo per quelle forze politiche che, nelle elezioni corrispondenti, abbiano totalizzato almeno il 2% dei voti validi. Inoltre, tali rimborsi elettorali possono essere consegnati solo dopo la presentazione di regolari fatture che attestino le spese sostenute». «E' previsto anche il divieto per le imprese pubbliche o miste pubblico-private di effettuare qualsiasi finanziamento ai partiti. Il ddl introduce il reato di finanziamento illecito, punibile fino a sei anni, per coloro che danno o ricevono sovvenzioni di qualsiasi natura e di qualsiasi entità da aziende pubbliche o miste pubblico-private nonché da coloro che danno o ricevano contributi oltre i cinquemila euro, senza denunciarli, da aziende o soggetti privati».
«Per chi ha violato la legge di finanziamento pubblico - prosegue ancora Orlando - il ddl dell'Italia dei Valori stabilisce la pena accessoria dell'ineleggibilità, la decadenza automatica dalla carica elettiva, parlamentare compresa, e l'ineleggibilità futura. Per quei partiti che ricevono contributi illeciti è invece prevista la soppressione del rimborso della campagna elettorale precedente e la perdita del diritto di futuri finanziamenti». «A questo ddl - conclude Orlando - l'IdV aggiunge da sempre la proposta della non candidabilità delle persone condannate e la decadenza automatica di quegli eletti che vengono condannati durante il mandato».