Lusi, Casini: Entro una settimana legge attuazione articolo 49
Il leader dell'UDC: Necessario muoversi a prescindere da questa vicenda. Bersani: Soldi solo ai partiti con bilanci certificati. Rutelli: Mi fidavo ciecamente, un bene che la Magistratura indaghi. Il fratello di Lusi: Non riesco a parlarci, non può aver fatto da solo
ROMA - «Entro una settimana si deve procedere a fare una legge di attuazione dell'articolo 49 della Costituzione. Quando le cose si vogliono fare si possono fare in breve tempo anche con una sede legislativa in commissione». Lo ha detto il leader Udc Pier Ferdinando Casini a Montecitorio sulla necessità di introdurre maggiore trasparenza nella gestione dei finanziamenti ai partiti dopo il caso Lusi.
«E' chiaro che da questa vicenda emergono troppe cose che non funzionano in termini di meccanismi istituzionali - ha spiegato Casini -. L'attuazione dell'articolo 49 è da tempo all'ordine del giorno ma è stata sempre rinviata. Il problema non è finanziare la politica ma garantire modalità di erogazione e funzionamento dei partiti in modo che questi siano delle case di vetro e regolamentati per legge. E' necessario muoversi non tanto e non solo alla luce di questo caso singolo».
Bersani: Soldi solo ai partiti con bilanci certificati - Regole più stringenti per i finanziamenti ai partiti, lo chiede il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, commentando il caso-Lusi al Tg2. «Non un euro se i bilanci dei partiti non vengono certificati da una società esterna, non un euro se non vengono esplicitati i meccanismi di partecipazione interna, non un euro se l'insieme del finanziamento ai partiti non corrisponde alla media europea. Questa è la nostra proposta».
Rutelli: Mi fidavo ciecamente, bene magistratura indaghi - Di Luigi Lusi «mi fidavo ciecamente», dice il leader dell'Api Francesco Rutelli, ospite a Otto e Mezzo su La7. «Sono io il primo a dire che non doveva succedere - aggiunge - Ben venga che i magistrati vogliano ascoltare chiunque e avere i documenti. Noi chiediamo che sia restituito tutto fino all'ultimo centesimo».
Rutelli, che è tuttora presidente della Margherita, li leggeva i bilanci del partito? «Come tutti coloro che approvavano i bilanci in assemblea», risponde il leader dell'Api. «Mi fidavo ciecamente e mi sentivo come assolutamente garantito - continua - Se ci fosse stato uno dei nostri dirigenti che, anzichè segnalare critiche pur legittime, ci avesse detto di andare a controllare, secondo voi non lo avrei fatto?».
Com'è stato possibile? Forse Dr Jekyll e Mr Hide - Lusi come Dr. Jekyll e Mr. Hide? «Forse era questo». Così Francesco Rutelli si spiega il caso del tesoriere della Margherita indagato per essersi appropriato di fondi del partito. «Lusi era per noi anche antipatico e severo». Quindi ha ricordato: «Le discussioni più frequenti che avevo con lui succedevano perchè si rifiutava di pagare il pony express per recapitare un pacco...».
«Siamo stati ingannati, è stata tradita la nostra fiducia - continua - Ci sono partiti personali e padronali per cui il capo del partito ha la cassa, la mia cultura politica è diversa».
Madia, avvocato di Rutelli: Massima collaborazione, fare luce - Francesco Rutelli e i dirigenti della Margherita intendono offrire alla magistratura la «massima collaborazione» per fare luce sulla vicenda dei soldi del partito sottratti dall'ex tesoriere Luigi Lusi. Lo dice Titta Madia, avvocato di Rutelli, interpellato telefonicamente: «L'intento dei dirigenti della Margherita - spiega - è quello di avere il massimo della chiarezza, vogliono andare fino in fondo a questa situazione, non avendo nulla da nascondere o da temere. La collaborazione sarà massima» anche per cercare di perseguire «l'altro intento che è quello di recuperare il maltolto per quanto sarà possibile».
Il fratello di Lusi: Non riesco a parlarci, non può aver fatto da solo - «L'ho cercato perché sono suo fratello ma non sono riuscito a parlarci. Una vicenda del genere sconvolge la vita delle persone. C'è un senso di riserbo e pudore finché le cose non verranno chiarite». Lo ha affermato Antonino Lusi, sindaco di Capistrello (Aq) e fratello del senatore Luigi Lusi, intervenuto stamattina a 24 Mattino su Radio 24 per parlare della presunta truffa da 13 milioni di euro da parte dell'ex tesoriere della Margherita.
«Con lui non ho mai parlato di questa vicenda - ha aggiunto il sindaco Lusi - per cui ho appreso le notizie dai giornali. Abbiamo totale fiducia nella magistratura, nel contempo siamo vicini a una persona cara. Sui giornali ho letto delle autentiche mascalzonate che coinvolgono la casa di famiglia, mia madre morta da anni. Io e mia moglie abbiamo per esempio comprato la casa cui si fa riferimento sui giornali 40 anni fa».
«Metterei la mano sul fuoco sull'onesta di mio fratello? Io dico: ma è possibile che uno che voglia rubare 13 milioni si fa 90 bonifici ad personam? Se uno vuole rubare usa mezzi più intelligenti. Dall'unico ex partito con i conti non in rosso spariscono 13 milioni senza che nessuno sappia nulla? Quantomeno c'è molto da chiarire, non è che ci sia un onnipotente che gestisce il tutto senza un gruppo dirigente che quantomeno decida, dia delle direttive. Mi sembra un pò inverosimile»
Il tesoriere Misiani: Il Pd non gli farà un processo sommario - «Dobbiamo seguire le regole che ci siamo dati secondo il codice etico. Se i fatti che emergono rientrano nella fattispecie dell'espulsione, Lusi va espulso dal Pd, ma evitando processi sommari». Lo ha detto a proposito di Luigi Lusi, il tesoriere del partito di Bersani Antonio Misiani.
«La gente - ha detto a Radio 24, ospite di Mattino 24- fa bene a volere chiarimenti, sono soldi dei contribuenti. Riguardo ai controlli dipende da come è organizzato il sistema nei partiti, all'estero sono molto più stringenti. Ogni partito dovrebbe avere oltre al tesoriere un comitato di tesoreria e un collegio di revisori di conti e poi i bilanci sono inviati al Parlamento. Ma il punto è che i controlli sono carenti».
Zanda: Ora si dimetta dal Senato, sarebbe un bel gesto - «La decisione di dimettersi da senatore sarebbe un bel gesto». Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori Pd di palazzo Madama, ha invitato Luigi Lusi ad abbandonare il seggio parlamentare, all'indomani della espulsione dal gruppo Pd di palazzo Madama e in attesa delle decisioni degli organismi del partito sulla permanenza nel Pd. Sulle quali, intervistato dall' Unità, Zanda sembra avere pochi dubbi: «i comportamenti già emersi - ha sottolineato- sono oggettivamente molto gravi» e «il nostro codice etico prevede anche l'espulsione».
Più in generale, «questa vicenda, come tutte le crisi - ha detto ancora Zanda- può diventare una opportunità, nel momento in cui obbliga a rinnovamenti profondi». E «all'Italia è necessaria una legge che garantisca la democrazia interna ai partiti, introduca norme stringenti sui finanziamenti pubblici e per il controllo della loro gestione».
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