Di Pietro: La Rai deve tornare a fare servizio pubblico
Il leader IDV: Monti ha «il dovere» di occuparsi della riforma di viale Mazzini. Giulietti-Vita: Dg intervenga su conflitto interessi in Cda. Casoli (Pdl): Sul Tg1 la sinistra gioca allo sfascio. Garimberti smentisce le dimissioni: Si danno, non si annunciano
ROMA - La Rai deve tornare a svolgere un ruolo di servizio pubblico e il Governo Monti ha «il dovere» di occuparsi della riforma di viale Mazzini. Lo dice il leader di Idv Antonio Di Pietro: «Andava male, va peggio. Eravamo uno dei Paesi con meno libertà di stampa al mondo, adesso abbiamo perso altre posizioni. Nella classifica annuale di Reporter sans frontier dell'anno scorso l'Italia era al quarantanovesimo posto». Secondo Di Pietro «in Italia non c'è libertà di stampa perché un grande editore e padrone di televisioni era fino a ieri il presidente del Consiglio e, ancora oggi, ha in mano la vita o la morte del Governo».
Ma secondo il leader di Idv c'è anche un altro problema: «La stampa da noi s'imbavaglia da sola. L'autocensura, fortissima nei giornali e ancora di più in televisione, esiste per un motivo solo: perché la politica continua a occupare l'informazione, sia direttamente, come in Rai e in Mediaset, sia indirettamente, perché può condizionare le scelte di moltissime redazioni». Dunque, «iniziare ad affrontare questa malattia mortale, a cominciare proprio dalla Rai, è dovere di questo governo se intende restare fino alla scadenza della legislatura».
Conclude Di Pietro: «Per questo chiediamo a gran voce che si esca dall'impasse attuale e che vengano modificate le regole in modo che la Rai torni a svolgere il ruolo di servizio pubblico e i giornalisti ritornino ad essere i cani da guardia della democrazia. E' anche così che si difende la libertà di stampa nel nostro Paese».
Giulietti-Vita: Dg intervenga su conflitto interessi in Cda - «Nella stagione definita della 'sobrietà istituzionale' sarebbe davvero incomprensibile se alla Rai si dovesse consumare uno spettacolino carnevalesco di quart'ordine, peggiore persino delle più inquietanti stagioni già vissute dalla Rai». Lo dicono Beppe Giulietti, portavoce di articolo 21 e Vincenzo Vita senatore Pd a proposito delle nuove nomine che il Cda dovrà varare ma nel quale siede ancora il consigliere-deputato Pdl Antonio Verro.
«Vogliamo continuare a credere che quanto si è detto e letto sia solo uno scherzo e che la direttrice generale vorrà e saprà piacevolmente smentire tutti - avvertono Giulietti e Vita -, altrimenti spetterà all'azionista e alla Corte dei Conti staccare la spina e provvedere a ripristinare la legalità. Chiunque abbia la possibilità di intervenire ha dovere di farlo in queste ore, senza attendere che il carro del conflitto di interessi sfili davanti e dentro alla sala riunioni del consiglio di amministrazione».
Lainati (Pdl): L'aggressione a Verro è indecente - «L'aggressione della sinistra e di Orlando contro il consigliere d'amministrazione della Rai Verro è indecente e rappresenta una vera e proprio intimidazione contro un membro della governance della televisione pubblica nella pienezza delle sue funzioni».E' quanto afferma il Vicepresidente Pdl della Vigilanza Giorgio Lainati.
«La Rai - ha aggiunto - è viva e vegeta e vince continuamente contro la concorrenza privata, proprio perché non è «vigilata» da persone come Leoluca Orlando, che sanno solo insultare e minacciare».
Peluffo (Pd): Inaccettabile proroga direzione Tg1 - «Ci risiamo. Tornano le voci di una proroga per la direzione del Tg1 e di un accordo sottobanco tra Lega e Pdl anche per la direzione dei tg regionali affidata ad un uomo del Carroccio. Sarebbe una soluzione inaccettabile e grave, sarebbe il tentativo di blindarsi da parte di una maggioranza che non c'è più. Ma sarebbe prima di tutto un danno per l'azienda Rai e per i cittadini utenti. Serve al contrario una soluzione forte capace di rilanciare la più grande testata Rai e di recuperare appieno credibilità e autorevolezza dopo la sciagurata stagione Minzolini». Lo afferma in una nota il deputato del Pd Vinicio Peluffo.
«Per questo - prosegue - ci auguriamo che il direttore generale Lei smentisca nei fatti le indiscrezioni pubblicate sulla stampa. Se invece dovesse presentarsi con simili proposte (magari accompagnate da un pacchetto di nomine pensate per indorare la pillola) sarebbe davvero un fatto inaccettabile e non rimarrebbe che chiederne le dimissioni».
Casoli (Pdl): Sul Tg1 la sinistra gioca allo sfascio - «Da giorni la sinistra sulla Rai e sul Tg1 porta avanti una campagna ipocrita. Infatti risulta incomprensibile l'opposizione ad utilizzare e valorizzare le risorse interne, specie in un periodo di difficoltà economica come quello attuale». Lo ha dichiarato in una nota il senatore del Pdl Francesco Casoli, componente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai.
«E stona questa posizione - aggiunge - perchè il centrosinistra ha sempre contrastato qualsiasi nomina di personalità esterne, anche se qualificate dal punto di vista professionale. E' evidente il gioco allo sfascio di alcuni esponenti della sinistra, che pur di contrastare l'assennatezza delle scelte dell'Azienda sono pronti a mandare alla malora la Rai. In fin dei conti lo avrebbero fatto con l'Italia nel nome dell'antiberlusconismo, e di certo non avranno remore a farlo con la tv pubblica. Ma noi non lo permetteremo».
Orfini (Pd): Non spetta a Gasparri indicare il Direttore del Tg1 - Secca replica dal Pd al capogruppo Pdl Maurizio Gasparri sulle prossime nomine alle direzioni Rai, a partire dal Tg1. «Non mi risulta che la legge che porta la sua firma attribuisca al senatore Gasparri la funzione di indicare il direttore del Tg1. Ormai nel Pdl evidentemente sono venuti meno i freni inibitori: il tentativo di occupare il servizio pubblico viene persino pubblicamente rivendicato», ha affermato il responsabile Cultura e Informazione dei democratici Matteo Orfini.
Lunedì audizione della dg Lorenza Lei in Vigilanza - Il direttore generale della Rai, Lorenza Lei sarà audita lunedì prossimo alle 14 a palazzo San Macuto dalla commissione di Vigilanza, presieduta da Enzo Zavoli. La convocazione è stata resa nota oggi dalla presidenza della Vigilanza.
All'ordine del giorno della riunione, è scritto nella nota di san Macuto, figura «il seguito dell'audizione del direttore generale della Rai dottoressa Lorenza Lei, che risponderà agli interrogativi posti dai commissari nella precedente seduta del 18 gennaio»..
Garimberti smentisce le dimissioni: Si danno, non si annunciano - «Le dimissioni si danno. Non si minacciano, né si annunciano». E' quanto afferma il presidente della Rai, Paolo Garimberti, in merito a notizie di stampa circa una sua presunta intenzione di rimettere il mandato a proposito delle voci su un patto Pdl-Lega per le nomine ai vertici del Tg1 e della Tgr. «A nessuno dei miei interlocutori - insiste - ho manifestato l'intenzione di dimettermi perché, lo ribadisco, le dimissioni si danno e non si minacciano».
Poli Bortone: 750 mila euro a Celentano schiaffo a chi soffre - «Soprattutto chi predica la razionalizzazione delle spese dovrebbe in questo momento difficile dare il buon esempio. Se è vero che la Rai si appresta a pagare 750 mila euro a Celentano per la sua partecipazione al festival di Sanremo sarebbe grave e rappresenterebbe uno schiaffo all'Italia che soffre la crisi ed in particolare a tutte quelle categorie che stanno animando le forti e sacrosante proteste di queste settimane». Lo afferma in una nota la senatrice Adriana Poli Bortone, cofondatrice del movimento Grande Sud.
«Mi auguro pertanto - aggiunge - che ci sia un ripensamento da parte della Rai e, come già detto in tempi non sospetti , mi auguro anche che si trovi il modo per stabilire dei tetti ai super compensi, non solo per quanto riguarda gli uomini dello spettacolo».