19 aprile 2024
Aggiornato 11:00
La crisi del debito sovrano

Monti: Germania meno inflessibile anche grazie a noi

Il Premier: Perché ora l'Italia non è più una mina vagante ma parte della soluzione. Italia non chiede denaro ma diminuzione tassi. Sullo spread quadro di persistenti turbolenze. Napoli (Pdl): Equazione immutata se non muta Berlino. Buttiglione (Udc): Governo paghi rapidamente debiti ai fornitori

ROMA - Ora che l'Italia non è più vista come una «mina» ma come parte della soluzione alla crisi dell'eurozona, sta dando il suo contributo perché Stati come la Germania siano meno «inflessibili» per quanto riguarda le risorse dei firewalls. Lo afferma il presidente del Consiglio, Mario Monti, durante il suo intervento in Senato.
«Noto una evoluzione positiva - spiega - presso gli Stati membri, come la Germania e altri paesi del genere. Consentitemi di osservare, con modestia personale e del governo, che nel favorire il cambiamento di atteggiamento che si manifesta» abbia contribuito «il fatto che lavorando tutti insieme Parlamento e governo, abbiamo intensificato un'opera che consente all'eurozona di vedere nell'Italia coloro che intellettualmente e politicamente possono favorire una soluzione della crisi anziché l'Italia come mina». Questo, a giudizio di Monti «sta favorendo una soluzione, che è lenta e graduale, ma che va verso una posizione meno inflessibile per quanto riguarda le risorse finanziarie dei firewalls».

Italia non chiede denaro ma diminuzione tassi - Quando l'Italia chiede un «riconoscimento» degli sforzi di risanamento che sta compiendo, non chiede soldi ma una «ragionevole diminuzione dei tassi di interesse».
«Il governo italiano chiede pesanti sacrifici agli italiani sia per il loro futuro ma anche in adesione alla politica collettiva europea» e «in parallelo» - ha spiegato - «chiediamo qualche segno di riconoscimento e incoraggiamento affinché si possa proseguire con speranza». «Quando diciamo che certi Stati membri, come la Germania, hanno un particolare ruolo in questa evoluzione, non stiamo chiedendo denaro alla Germania o ad altri, ma che la governance - ha osservato Monti - evolva in modo che i Paesi che fanno progressi sul risanamento possano vedere riflessa una ragionevole diminuzione dei tassi di interesse».

In passato troppa reticenza per evitare contagi - «L'Europa ha fatto molte cose per evitare contagi ma le ha fatte per ragioni ex post con eccessiva reticenza, eccessivo ritardo ed una eccessiva parsimonia che ha portato ad un ammontare di risorse probabilmente superiore a quello che sarebbe servito se si fosse agito prima».

Sullo spread quadro di persistenti turbolenze - Le tensioni sui mercati, determinate dalla situazione greca e poi dal «declassamento di un ampio numero di Stati, compresa l'Italia da parte di Standard&Poor's», si sono poi «lentamente attenuate, come dimostra la discesa dello spread tra i titoli italiani e i bund tedeschi che tuttavia rimane oscillante e che denota ancora un quadro che, se pur lontano dai massimi, è ancora quadro di persistente turbolenza».

Dotare fondo salva Stati di risorse adeguate - E' necessario «dotare» il fondo salva Stati di «risorse adeguate, di stabilità di coordinamento reciproco e di una goverance del fondo che sia umana e non sovraumana e quindi possa effettivamente funzionare e non essere circondata da vincoli e cavilli».

Tasselli del mosaico verso il loro posto - «L'impressione che ho potuto trarre» dai vari incontri avuti a livello europeo nelle ultime settimane «è che c'è un quadro in evoluzione, in cui i contorni di una possibile via d'uscita da questa grave crisi cominciano a prendere forma, i tasselli del mosaico cominciano ad andare al loro posto».
In particolare il premier sottolinea come i tre tasselli fondamentali siano : «perfezionamento della disciplina delle finanze pubbliche, definizione della batteria di firewall e il rilancio di politiche per la crescita e l'occupazione», anche se quest'ultima - osserva Monti - è la tessera di cui «per ora si vede poco più che il cemento sottostante pronto ad accoglierla».

Negoziato su fiscal compact procede speditamente - Il negoziato su fiscal compact, «elemento chiave» della definizione di una nuova governance comunitaria, «procede speditamente» e la riunione dell'eurogruppo allargato di lunedì «ha permesso di verificare l'esistenza di un consenso esteso per una rapida conclusione del Trattato». Lo ha sottolineato i premier italiano Mario Monti nel suo intervento in Senato.
Monti ha poi fatto notare come l'azione del governo italiano «segue un orientamento che benchè non fosse oggetto di mozioni del Parlamento italiano, si ritrova molto chiaramente auspicato nella mozione presentata dai gruppi parlamentari». Orientamento «in assoluta continuità», per quel che riguarda i tempi del rientro dal debito eccessivo, con il governo Berlusconi.

Napoli (Pdl): Equazione immutata se non muta Berlino - «L'Italia aveva fatto i suoi compiti l'estate scorsa e li ha fatti ancora di recente, più volte. Berlino era contraria l'estate scorsa ad accrescere le risorse del fondo salva-Stati, e la cancelliera Merkel non muta di un millimetro la sua posizione. Tutto immutato». Lo dichiara in una nota il vice presidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli.
«Se non fosse che in mezzo - aggiunge - ci sono circa 100 miliardi di euro drenati all'Italia, alle sue famiglie e alle sue imprese in nome dell'Europa. La signora Merkel non riuscirà però a trasformare in incubo il sogno dei padri fondatori».

Buttiglione (Udc): Governo paghi rapidamente debiti ai fornitori - «Il governo paghi rapidamente i suoi debiti verso i fornitori. Se non paga perché immagina così di tenere nascosto qualche punto Pil in più di deficit alle istituzioni europee sbaglia di grosso». Lo ha detto il presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, intervenendo in Aula alla Camera durante le dichiarazioni di voto sulle mozioni sulla politica europea dell'Italia.
«I nostri alleati - ha aggiunto Buttiglione - sono perfettamente al corrente della esistenza di questo debito, anzi, più ci ostiniamo a tenerlo nascosto più essi tendono a sopravvalutarlo immaginando imbrogli contabili come quelli della Grecia. Pagare i debiti dello Stato verso i fornitori è il modo migliore per iniettare denaro nella economia in un momento in cui essa ne ha grande bisogno. È anche un dovere di correttezza e di lealtà verso i cittadini. È una vergogna per tutti noi che aziende efficienti facciano fallimento solo perché si sono fidate di uno Stato che non paga i suoi debiti».