24 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Dall'ex Premier un giudizio duplice sul decreto liberalizzazioni

Liberalizzazioni, la linea di Berlusconi: Sostegno, ma Monti ci ascolti

L'ex Premier ai suoi: Ricordare sempre che la crisi continua anche senza di noi. Carfagna: Pdl le sosterrà con convinzione. Crosetto: Sorprendono i numeri di Catricalà su pil. Matteoli: Scelte inaccettabili, Pdl batta un colpo. Brunetta: La delusione è molta

ROMA - Il giudizio di Silvio Berlusconi sul decreto liberalizzazioni è duplice, fatto di luci e ombre, pronto a tenere assieme gli umori di chi nel Pdl lo considera insufficiente e chi lo valuta comunque inevitabile, oltre che accettabile. Oggi, dopo aver sentito al telefono alcuni dei massimi dirigenti del Pdl che hanno lavorato al dossier, il Cavaliere ha ribadito un giudizio già espresso nelle ultime riunioni a Palazzo Grazioli: Vanno bene i distinguo e le richieste di modifica, ma siccome «la crisi è grave, è seria cosa possiamo fare? Dobbiamo sostenere Monti e sostenere i provvedimenti». Ci sarà spazio per migliorare le misure in Parlamento, questa è la linea concordata, ma il sostegno è agli atti e non prevede un piano B.

Il PDL cala nei sondaggi - E però, come già ieri lasciando il Tribunale di Milano, l'ex premier torna sempre più spesso a raffrontare il proprio operato con quello del Professore, i dati di quell'esperienza con quelli di oggi. Fino a pochi giorni fa andava ripetendo ai propri dirigenti: «Sottolineate ogni volta che andate in tv che lo spread è rimasto lo stesso». Oggi, che qualcosa di positivo va registrato a favore dell'esecutivo Monti sul piano del differenziale con i bund tedeschi, l'invito è a mettere in rilievo le difficoltà complessive dell'economia italiana, «perché non era tutta colpa di Berlusconi». Resta il fatto che il Pdl cala nei sondaggi e questo allarma molti dirigenti. In quest'ottica vanno letti i distinguo crescenti, soprattutto alla luce delle proteste di alcune categorie considerate vicine al centrodestra.

Berlusconi: Monti deve ascoltarci - Ma c'è un altro elemento chiarito da Berlusconi già dopo il via libera al «salva-Italia»: d'ora in avanti le decisioni saranno prese di concerto con noi, «il primo partito italiano», aveva ripetuto conversando con i gruppi parlamentari riuniti prima di Natale. Sulle liberalizzazioni il confronto c'è stato, almeno in parte, ma ancora non è giudicato del tutto sufficiente. Per questo nei prossimi giorni Berlusconi continuerà a reclamare «ascolto» e «rispetto». Con un'attenzione particolare - anche se per ora rimasta sottotraccia - alle mosse messe in campo dal governo sul beauty contest.

Bernini: Il secondo tempo si gioca in Parlamento - «Le liberalizzazioni sono solo al primo tempo, giocheremo il secondo in Parlamento». Lo ha affermato Anna Maria Bernini, portavoce vicario del Pdl.
«Il decreto varato dal governo, al netto delle timidezze su alcuni monopoli e dei rinvii dell'ultimo minuto - ha detto l'ex ministro- non potrà sprigionare appieno i propri effetti senza un potente apparato di semplificazione. Già più volte annunciato dal professor Monti ed avviato nelle sue linee guida dal governo Berlusconi. Quindi il decreto varato ieri rappresenta solo il primo tempo della partita. Che si giocherà la prossima settimana, così in Cdm -se il presidente Monti sarà conseguente ai propri annunci - come in Parlamento, dove il Pdl continuerà, come ha fatto sinora, a rappresentare le esigenze del Paese, inteso come famiglia, lavoro ed imprese. E proprio per tutelare il Paese, rendendo più incisivi alcuni capitoli delle liberalizzazioni che più sprigionano crescita e risparmio, siamo pronti al confronto sulle nostre proposte, anche con emendamenti migliorativi dell'attuale formulazione del testo».

Carfagna: Pdl le sosterrà con convinzione - «Il Pdl sosterrà con convinzione le misure contenute nel decreto liberalizzazioni che hanno come scopo quello di abbassare i costi a carico delle famiglie. Il nostro, come abbiamo sempre detto, è un Paese dove esiste un'eccessiva pressione fiscale, risultato di balzelli occulti e non». Così Mara Carfagna, deputato Pdl, sul documento presentato ieri dal governo.
«La ricetta non può essere aggiungere tasse o rendere più difficile e gravoso il lavoro di alcune categorie, ma dare un'ulteriore spinta alla crescita del nostro Paese. In questo il Pdl darà il suo contributo in parlamento», conclude Carfagna.

Crosetto: Sorprendono i numeri di Catricalà su pil - «Catricalà da numeri sulla crescita che mi sorprendono. Per ora i numeri certi sono quelli sulla decrescita, che qualcuno aveva pronosticato in tempi non sospetti. Io mi auguro come lui che l'Italia possa riprendere a crescere come gli altri paesi, anzi sono convinto che possa crescere addirittura di più. Ma con interventi seri e non solo di facciata. Questo decreto liberalizzazioni è un inizio timido». E' quanto dichiara il deputato del Pdl, Guido Crosetto.
«Per carità, è buono e giusto iniziare, e quindi ben venga. Ma sarebbe opportuno incidere sui vincoli reali che imbrigliano l'economia reale, in primis quell'alta burocrazia di cui molti esponenti del governo sono rappresentanti da decenni. Ad esempio, io non credo per nulla nel ruolo delle autority in generale figuriamoci nei risultati di una nuova. Non è delegando poteri straordinari a due o tre burocrati che non hanno mai visto un'azienda, un operaio e non hanno neppure idea di cosa sia una ricevuta bancaria, che si risolvono i problemi di crescita. Comunque ripeto ben venga questa piattaforma di lavoro, perché consentirà a chi vuole veramente aiutare questo paese, di fare proposte concrete», conclude.

Matteoli: Scelte inaccettabili, Pdl batta un colpo - «Leggeremo con attenzione il testo approvato in Consiglio dei ministri che sembrerebbe essere diverso da quello entrato, ma quanto anticipato dal comunicato ufficiale della Presidenza ci lascia perplessi e preoccupati». Lo afferma Altero Matteoli, senatore del Pdl.
«Abbiamo l'impressione che l'intervento del governo non sia di carattere generale e che non tenga conto della tanto decantata equità. Ci pare che vengano penalizzate fortemente alcune categorie produttive, taluni servizi e professionisti mentre altri settori non vengono sfiorati -vedi le banche -, il tutto senza chiari benefici per gli utenti, come il caso abbastanza evidente delle farmacie dimostra», sottolinea.
«Sul versante delle infrastrutture e dei trasporti - prosegue - registriamo negativamente il rinvio della nascita dell'Agenzia per le infrastrutture mentre viene istituita una Autorità il cui fine sembra essere quello di svuotare di significato la prima attribuendo poteri spropositati ad un ente terzo. Registriamo ancora la sostanziale cancellazione del Ponte sullo Stretto di Messina, per cui il CIPE ha deliberato il definanziamento, una decisione di chiaro segno politico contrario rispetto ai programmi del governo di centrodestra presentati ed approvati dagli elettori. Una decisione quindi inaccettabile ad opera di un governo tecnico che pure il centrodestra finora ha appoggiato con lealtà. Auspico quindi che il Pdl batta un colpo e che si avvii subito una seria riflessione che porti a modifiche sostanziali del decreto in Parlamento senza le quali non pensiamo lo stesso possa essere approvato».

Brunetta: La delusione è molta - «Se era necessario un supergoverno tecnico per le liberalizzazioni forse, devo dire, c'è molta delusione». E' il commento dell'ex ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta sulle misure varate dal governo Monti in tema di liberalizzazioni, a margine degli Stati generali del Pdl Veneto a Padova.
«I provvedimenti sulle banche dove sono? I provvedimenti sulle infrastrutture dove sono?I provvedimenti sull'efficienza del sistema dove sono? - domanda Brunetta - La crescita, lo sviluppo economico - ha concluso - non si fanno con un po' più di farmacie e un po' più di taxi».

Cicchitto: Dl sarà approfondito in Parlamento - Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, sottolinea che quello sulle liberalizzazioni è «un provvedimento assai articolato, sminuzzato in decine e decine di interventi di varia dimensione di importanza, alcuni dei quali positivi, altri neutri, qualcuno negativo». Ed «è evidente che il provvedimento andrà approfondito a livello parlamentare».
«Siamo impegnati - ha sottolineato il capogruppo Pdl - a fare andare avanti di esso tutto ciò che favorisce i consumatori e implica modernizzazione di medio o di piccolo calibro. In ogni caso l'emissione del decreto ispira un legittimo anche se amichevole sentimento di invidia a chi, durante l'esperienza del precedente governo di centrodestra, non sempre riusciva, oppure ci riusciva con grande fatica e anche con modifiche del provvedimento, a far passare a livello istituzionale il criterio dell'urgenza rispetto ad un provvedimento che giustamente è stato definito assai corposo».