Schettino agli amici: Ho fatto mio dovere
La città difende il Comandante: Sempre pronto ad aiutare gli altri. E' un momento difficile anche per la nostra comunità composta soprattutto da marittimi e da gente che lavora sulle navi
META DI SORRENTO - «Ho fatto il mio dovere. C'è stato un errore nella manovra, ma non è vero che sono scappato». Queste le poche parole, rilasciate dal comandante della Costa Concordia Francesco Schettino riferite da amici e vicini di casa che lo hanno intravisto poco prima di rinchiudersi nel suo appartamento agli arresti domiciliari a Meta di Sorrento. A chi lo ha incontrato in nottata, quando è arrivato in penisola sorrentina, Schettino è apparso sereno ripetendo di aver portato a termine il proprio compito, riferiscono. I suoi conoscenti lo difendono al punto da sottolineare come abbia aiutato molte vite umane con la manovra che ha permesso alla nave da crociera di giungere quanto più vicino possibile all'Isola del Giglio.
La città difende il Comandante: Sempre pronto ad aiutare gli altri - In via San Cristoforo, al civico dove abita la famiglia Schettino, le finestre sono chiuse. Nel vicoletto chiuso al traffico ci sono unicamente giornalisti e cineoperatori. Ogni tanto si apre il grande portone verde grazie al quale si accede al palazzo. Cinque gradini in pietra sono a volte calpestati dai componenti delle tre famiglie che risiedono nello stabile e anche da alcuni operai che stanno eseguendo dei lavori edili al pianoterra della palazzina. Pochi quelli che vogliono parlare anche se le poche parole pronunciate dai cittadini di Meta descrivono il comandante Schettino come una persona «buona» e «sempre pronta ad aiutare gli altri».
«Siamo sconvolti - ha detto un uomo sulla trentina che risiede in via San Cristoforo - conosco il comandante da oltre 15 anni e quello che è successo mi ha profondamente turbato. Anch'io ho lavorato sulle navi e so come è la vita a bordo. Gli errori devono essere pagati, ma credo che il comandante abbia fatto tutto quello che era possibile. E' un momento difficile anche per la nostra comunità composta soprattutto da marittimi e da gente che lavora sulle navi».
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