Cicchitto: Alcune agenzie di rating lavorano contro l'UE
Il Capogruppo PDL alla Camera: «Fallita la politica Merkel-Sarkozy, mutare la linea dell'Euro». Bersani: «Senza l'Europa la Germania non sarebbe quella di oggi». Fini: «S&P boccia l'eurozona non il Governo Monti». Gasparri: «UE cambi rotta, fallita la gestione franco-tedesca»
ROMA - «La diminuzione del rating all'Italia alla Francia all'Austria ed altri Paesi conferma alcune cose che il Pdl ha detto in questo periodo». Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. «In primo luogo - spiega - che sull'azione delle società di rating - alcune delle quali stanno chiaramente lavorando contro l'Europa, mettendo di volta in volta nel mirino uno o più Paesi - bisogna avanzare le più forti riserve: esse smentiscono le interpretazioni subalterne che per tutta una fase sono state prevalenti in Italia per alcune ragioni di faziosità politica interna e confessano che è in atto, nel mondo e in Europa, una autentica guerra finanziaria senza esclusione di colpi».
«In secondo luogo - aggiunge - è evidente che il centro della crisi è nel rapporto Usa-Europa e all'interno dell'Europa e non riguarda solo l'Italia. Il sostegno acritico che la sinistra in Italia ha dato alla Merkel e a Sarkozy, che agivano non solo contro Berlusconi ma contro l'Italia in quanto tale, è stato smentito clamorosamente da ciò che è avvenuto dalla formazione del governo Monti a oggi. A questo punto, invece, occorre rivendicare un mutamento profondo nella linea dell'euro perchè è fallita la politica imposta dalla Merkel col concorso subalterno dell'ineffabile Sarkozy».
«Se non si mette riparo ai danni fatti al sistema bancario dall'Eba - prosegue - se non si aumentano le risorse al fondo salva-Stati, se non si modifica il carattere ultrarigorista dell'art 4 del Trattato, se la Bce non assume il ruolo di prestatrice di ultima istanza e non sostiene solo le banche ma anche i titoli di stato, se non decollano gli eurobond, insomma se non cambia la linea deflazionista paradossalmente messa in atto durante una fase recessiva e se non si da'all'euro un retroterra di strumenti politici, bancari, finanziari e anche istituzionali,noi potremo continuare a fare manovre su manovre (siamo a circa 300miliardi di euro) senza riuscire a riportare la situazione in equilibrio e anzi strangolando la nostra economia reale».
Damiano (Pd): Basta attacchi, ribelliamoci alle agenzie di rating - «La politica europea deve respingere gli attacchi portati dalle agenzie di rating che hanno ormai lo scopo dichiarato di far saltare l'euro, indipendentemente dagli sforzi prodotti dai singoli governi. Insomma, dobbiamo ribellarci allo strapotere di queste agenzie». Lo ha detto Cesare Damiano, capogruppo Pd nella commissione Lavoro di Montecitorio, il quale ha aggiunto: «Del resto è noto che le grandi banche americane, responsabili della crisi iniziata nel 2008, compresa la loro politica che lucrava sul crollo del mercato immobiliare Usa, hanno da tempo consigliato alla propria clientela Vip una strategia di speculazione ribassista ai danni dell'euro e delle banche europee».
«E' giunto il tempo - ha sottolineato ancora Damiano - che la politica rompa il soffocante assedio liberista e riprenda il controllo dei mercati finanziari con efficaci regole e controlli, a cominciare dalla tobin tax che va adottata a livello europeo e mondiale».
Bersani: Senza l'Europa la Germania non sarebbe quella di oggi - Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ritiene che il declassamento da parte delle agenzie di rating di ormai quasi tutti i paesi d'Europa testimoni «che perde la linea Merkel-Sarkozy» e sottolinea che «gli amici tedeschi dovrebbero ricordare che non ci sarebbe una Germania così se non ci fosse stata l'Europa». A suo parere l'ostacolo che impedisce a Berlino di dare il proprio via libera a soluzioni condivise «si chiama ideologia, ma se si affossano tutti poi ci rimette anche la Germania e allora bisogna combattere politicamente questa idea con una piattaforma comune delle forze progressiste europee», una iniziativa valida anche per evitare che l'ideologia «si radicalizzi ulteriormente per vie populistiche», ha concluso Bersani durante l'assemblea lombarda del Pd.
Fini: S&P boccia l'eurozona non il Governo Monti - Quella di Standard and Poor's «è una bocciatura relativa all'eurozona anche all'Italia, non è la bocciatura del governo Monti». Lo ha ribadito il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nel corso del dibattito con Massimo D'Alema ai Dialoghi Asolani, tornando sul declassamento da parte dell'agenzia di rating.
«Se bocciatura doveva essere - ha aggiunto Fini - cinque mesi fa doveva essere ben più sonora perché quello che S&P intravvedeva nell'Italia cinque mesi fa, come criticità, sono state sanate. Al governo Monti si riconosce, infatti, capacità di avere aggredito situazioni pregresse incancrenite. E' tutta l'eurozona che è sotto attacco e l'Italia - ha concluso il presidente della Camera - è uno degli anelli e soffre per questa attenzione negativa».
Gasparri: UE cambi rotta, fallita la gestione franco-tedesca - «A prescindere dall'attendibilità di alcune agenzie di rating e della possibilità di manovre speculative in atto contro l'Europa, resta il fatto che l'Unione deve cambiare rotta. La gestione franco-tedesca si sta rivelando fallimentare». Lo sostiene il presidente del gruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri.
«Bisogna agganciare - aggiunge - l'euro alla Bce, rivedere le regole dell'Eba che potrebbero causare conseguenze devastante per il sistema bancario di diversi paesi, sostenere fortemente il fondo salva-stati e varare gli euro bond. La Merkel non si illuda. La Germania esporta molto verso l'Europa ed un collasso del nostro continente si rivelerebbe un suicidio anche per la Germania. E' il momento di parlare chiaro. E Monti deve farlo. L'asse franco-tedesco ci ha portato in un vicolo cieco ed anche Sarkozy ne sta pagando le conseguenze».
«In questo contesto il Pdl - afferma ancora Gasparri - ha garantito a Monti il sostegno alla politica di liberalizzazioni, ma se di fronte alla tragedia finanziaria planetaria in atto si pensa che punendo questa o quella categoria si risolva il problema, si è sulla strada sbagliata. Si affrontino i veri problemi delle liberalizzazioni nel campo dell'energia, dei trasporti, dei servizi pubblici locali. Un settore nel quale ci sono già molte norme importanti varate dal governo Berlusconi. E ci si confronti, come si è poi accettato di fare su nostra precisa richiesta, con tutte le categorie del mondo delle professioni e del lavoro autonomo per concordare le riforme necessarie affinché l'apertura del mercati favorisca la concorrenza ed i consumatori ma non determini un impoverimento che si rivelerebbe un ulteriore problema».
Conclude Gasparri: «Faremo la nostra parte nell'emergenza, ma non risparmieremo la franchezza nell'indicare le soluzioni necessarie nel quadro interno ma soprattutto nella dimensione europea ed internazionale».
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