29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Oggi il voto sull'arresto alla Camera

Cosentino: Sono sereno e tranquillo

Il Deputato del PDL: «Sono estraneo alle accuse. I Deputati decidano secondo coscienza»

ROMA - «Sono sereno, tranquillo e consapevole di essere completamente estraneo ai fatti che mi vengono addebitati e confido molto nella lettura degli incartamenti in possesso di tutti i parlamentari per decidere sulla sorte della libertà personale del cittadino Cosentino prima ancora che del parlamentare». Lo ha detto Nicola Cosentino alla Telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5.
«Non so se c'è uno spiraglio o meno» dopo le dichiarazioni di Umberto Bossi ma «confido molto nella libertà di coscienza di ogni parlamentare. La lettura delle carte fa emergere che c'è una forzatura enorme di questa vicenda».

Cosentino: Non mollo - Nicola Cosentino non si dimetterà da coordinatore campano del Pdl prima del voto di oggi in Aula alla Camera sulla richiesta di arresto avanzata dai pm napoletani nei suoi confronti. Lo ha spiegato lo stesso deputato in collegamento telefonico con la Telefonata di Belpietro su Canale 5. Le dimissioni, ha osservato, verranno valutate solo in caso di voto positivo dell'Assemblea di Montecitorio alla domanda di custodia cautelare in carcere.
«Certamente non mollo - ha detto - non posso non registrare che siamo stati 20 anni all'opposizione in Campania, abbiamo combattuto un sistema politico e di potere e guardacaso quando l'abbiamo sconfitto vengo messo sotto colpa». Nel caso in cui la Camera dovesse dire sì all'arresto tuttavia «non potrei esercitare la funzione di coordinatore dal carcere quindi si pone il problema ma la battaglia politica va continuata in Campania».
Cosentino assicura che se venisse condannato anche solo in un primo grado di giudizio non esiterebbe «non solo a fare un passo indietro ma a scomparire dalla politica e anche a scontare la pena intera che mi verrebbe comminata. Ma in uno stato di diritto la parola verità non passa attraverso i pm ma attraverso il tribunale. Non chiedo una sentenza definitiva ma almeno un primo grado: non si può pensare che io sia colpevole perché lo dice una parte che non mi ha mai dato mai la possibilità di difendermi».