12 ottobre 2025
Aggiornato 05:00
Giovedì il verdetto della Camera

Primo si all'arresto di Nicola Cosentino

Pressing del Pdl sulla Lega, si punta sul voto segreto. Alla Camera c'è chi scommette che giovedì sarà proprio lo stesso Papa, reduce da quasi sei mesi di reclusione prima a Poggioreale poi ai domiciliari, a prendere la parola in Aula per convincere i colleghi a salvare Cosentino

ROMA - Con il voto decisivo della Lega arriva alla Camera il primo sì all'arresto di Nicola Cosentino. La richiesta dei pm napoletani nei confronti del potente coordinatore campano del Pdl accusato di essere il referente nazionale della camorra è stata accolta per un voto (11 a 10) dalla Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio e ora dovrà passare al vaglio dell'Aula giovedì alle 12: è su quel passaggio, che sarà con ogni probabilità affrontato a scrutinio segreto, che si concentrano le speranze del Pdl e dell'ex segretario all'economia del governo Berlusconi di salvarsi.

E' lo stesso leghista in Giunta Luca Paolini che lascia uno spiraglio: «In Aula il voto sarà individuale e presumibilmente segreto, quindi in coscienza ciascuno farà ciò che ritiene opportuno». L'esponente del Carroccio, che non ha mai nascosto le sue «perplessità» sia «sull'impianto accusatorio» nei confronti di Cosentino sia sulla carcerazione preventiva, ha ricordato però che «ieri c'è stata una segreteria federale dove non ha prevalso la linea di Maroni bensì all'unanimità si è deciso di tenere una linea favorevole all'arresto. In Aula tuttavia ogni parlamentare voterà secondo coscienza». E su questo punto tutto il Pdl, che pure oggi, approfittando del rinvio di due ore del voto chiesto dal deputato del gruppo Misto Mario Pepe, ha provato a convincere Paolini almeno all'astensione, insiste: «Quando si tratta di decidere della libertà individuale un parlamentare dovrebbe rispondere alla propria coscienza e non al partito», dice Maurizio Paniz. E Francesco Paolo Sisto invita a non dimenticare «quanto accaduto su iniziativa della stessa Procura ad Alfonso Papa, martirizzato da una lunga custodia cautelare obiettivamente senza alcuna giustificazione».

Cicchitto: La Giunta ha commesso un gravissimo errore - Alla Camera c'è chi scommette che giovedì sarà proprio lo stesso Papa, reduce da quasi sei mesi di reclusione prima a Poggioreale poi ai domiciliari, a prendere la parola in Aula per convincere i colleghi a salvare Cosentino. Il caso del coordinatore campano del Pdl comunque è delicatissimo, tanto da far uscire dalla bocca del presidente dei deputati pidiellini Fabrizio Cicchitto quello che suona come un vero e proprio avvertimento all'attuale maggioranza di governo e all'esecutivo stesso: «La Giunta ha commesso un gravissimo errore che ci auguriamo venga corretto dal voto di Aula. Se qualcuno pensa che operazioni di questo tipo non peggiorino il quadro e i rapporti politici sbaglia in modo profondo». Una «minaccia» al governo Monti secondo l'Idv Massimo Donadi e la democratica Donatella Ferranti che osserva: «Cicchitto sbaglia di grosso, la Giunta ha operato in modo impeccabile e nel pieno rispetto di tutte le garanzie costituzionali».

Il radicale Maurizio Turco vota contro l'arresto - A difendere Cosentino tuttavia non sono solo il Pdl e Popolo e Territorio ma anche il radicale eletto nel Pd Maurizio Turco che oggi infatti in Giunta ha votato contro l'arresto ritenendo «infondata e frutto di un obiettivo fumus persecutionis» la richiesta di arresto. Il coordinatore campano del Pdl confida molto nel voto segreto che giovedì trenta deputati - il compito in passato è stato del gruppo dei Responsabili guidato da Silvano Moffa - oppure il presidente di un gruppo con almeno trenta componenti possono chiedere. Ma in occasione del voto di luglio su Papa Pd e Idv s'inventarono l'escamotage di votare con l'indice della mano sinistra (tenendo le altre bene in vista) col quale è possibile schiacciare un solo pulsante, quello a favore dell'arresto. Una tecnica mutuata quella volta anche da molti leghisti, Maroni compreso, per fugare ogni sospetto.