29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Via libera definitiva dal collegio dei Questori di Camera e Senato

Costi della politica, stop ai vitalizi dei Parlamentari dal 2012

Deputati e Senatori passano al sistema contributivo pro rata, del tutto simile a quello uniformemente utilizzato nella pubblica amministrazione. «Le nuove regole entreranno in vigore dal 1 gennaio del 2012 e saranno uguali per Camera e Senato»

ROMA - Via libera definitiva dal collegio dei Questori di Camera e Senato alla proposta di modifica del sistema dei vitalizi per i parlamentari, che verrà votata in via definitiva il 14 dicembre dagli uffici di presidenza dei due rami del Parlamento. Le novità partono dal nome: l'insieme delle norme che regolano le 'pensioni' dei parlamentari non si chiameranno più, nei regolamenti di Camera e Senato, «norme per i vitalizi», perchè «i vitalizi scompaiono». Al loro posto, ha spiegato il questore del Senato Benedetto Adragna (Pd), verrà introdotto un sistema contributivo pro rata, del tutto simile a quello uniformemente utilizzato nella pubblica amministrazione. «Le nuove regole - ha aggiunto il questore - entreranno in vigore dal 1 gennaio del 2012 e saranno uguali per Camera e Senato».

Confermate quindi le indiscrezioni diffuse al termine della riunione dei Questori di questa mattina, con piena «concordia tra Camera e Senato», necessaria, secondo Adragna, «per dare quel segnale di attenzione» a quanto chiesto anche dal governo. Confermati anche i requisiti di età per la 'onorevole previdenza': avranno diritto alla pensione al compimento dei 65 anni i deputati e i senatori che avranno alle spalle una sola legislatura, al compimento dei 60 quelli che avranno fatto più legislature. Le nuove norme e i nuovi limiti d'età «varranno per tutti, parlamentari in carica e parlamentari futuri».

Si tratterà quindi, secondo Adragna, «oltre che di un segnale di attenzione» al momento di crisi, di una «riforma strutturale». I benefici a livello di risparmio per le casse dello Stato, infatti, non saranno immediatamente percepiti (i vitalizi già erogati e quelli che riguardano i primi 3 anni e mezzo di questa legislatura non verranno toccati) ma diventeranno «corposi» con il passare degli anni, quando cioè verranno meno i parlamentari che godono del vecchio trattamento previdenziale e verranno sostituiti da quelli che avranno versato i contributi.

In realtà, quella varata oggi nelle due riunioni dei questori è una bozza che «coglie lo spirito delle riforme Monti»: non è escluso che nei passaggi parlamentari successivi e in prospettiva si possa andare, soprattutto per quanto riguarda i limiti d'età, verso un agganciamento delle pensioni dei parlamentari a quelle dei funzionari del pubblico impiego (al momento 66 anni), nonostante l'autodichia delle Camere. L'ultimo passaggio che ancora manca al completamento della riforma, a parte il voto (scontato) degli uffici di presidenza (a dare il via alla riforma sono stati i presidenti Gianfranco Fini e Renato Schifani) è il lavoro per le modifiche necessarie ai regolamenti di Camera e Senato (che oggi ha prolungato gli incontri), ma, secondo i questori, si tratta solo di incombenze burocratico-normative, visto che anche i parlamentari, più o meno volentieri, hanno capito «la gravità del momento e lo sforzo richiesto a tutti, nessuno escluso».