19 aprile 2024
Aggiornato 20:30
Una ricetta per il Governo Monti

L’Ocse all’Italia, tagliare le spese, non aumentare le tasse

A confronto gli interventi in cantiere a palazzo Chigi e i suggerimenti che vengono dall’organismo che raggruppa tutti i paesi più industrializzati. L’Ocse: gli stipendi pubblici devono variare da regione a regione. L’Italia raggiungerà il pareggio del bilancio nel 2013, ma vedrà salire al disoccupazione all’8,6 %

ROMA - Se il nuovo governo dell'Italia deve «attuare pienamente» il programma di risanamento dei conti che era stato approntato dal precedente esecutivi, parallelamente deve anche portare avanti «importanti riforme strutturali» per sostenere la crescita. E' quanto sostiene l’Ocse nella scheda sull'Italia del suo ultimo Economic Outlook.

Ocse: buste paga differenziate da regione a regione - Riforme sul mercato del lavoro, con più flessibilità e moderazione salariale, a cominciare dalle buste paga della pubblica amministrazione che vanno tagliate e differenziate su base regionale. Sono le prime tra le priorità indicate dall'Ocse per le riforme strutturali nel Belpaese.
Vanno avviate «il prima possibile», dice l'Ocse che tra i primi settori di intervento indica la necessità di intervenire sulle «tutele al lavoro» nelle parti di mercato «maggiormente rigide».
Secondo l'Ocse è «imperativo» poi avere «moderazione» sui salari, cominciando da quelli della pubblica amministrazione che devono essere «tagliati» a livello nominale e devono potersi differenziale su base regionale.

Più concorrenza e meno burocrazia - Bisogna inoltre puntare a maggiore concorrenza sui mercati dei prodotti e ridurre regolamentazioni e barriere all'ingresso di nuovi operatori, specialmente nelle professioni e nei settori dei servizi. L'Ocse chiede anche di privatizzare le aziende che forniscono servizi pubblici locali.

Piena fiducia nel governo Monti - Commenti positivi dall'Ocse alle linee guida enunciato dal governo di Mario Monti sul programma economico del governo: ha «un piano molto ambizioso, basato su risanamento, crescita ed equità, penso che questo sia l'approccio giusto». Lo ha affermato il capo economista dell'Ocse, l'italiano Pier Carlo Padoan, durante la conferenza stampa di presentazione dell'ultimo Economic outlook dell'ente parigino.
Il nuovo esecutivo «ha competenza» e gode di «un supporto parlamentare molto ampio», ha proseguito Padoan. «In Italia c'è un diffuso senso di urgenza sul da farsi e sono molto fiducioso».

No a condoni fiscali - Con le tensioni che investono i suoi titoli di Stato, l'Italia «non ha margini di manovra» sulla sua politica di bilancio, avverte l'Ocse. Deve essere totalmente orientata al risanamento dei conti e all'austerità. E «nell'ipotesi di un indebolimento dell'attività economica anche più marcato - afferma l'ente parigino nella scheda sull'Italia del suo ultimo Economic Outlook - ci sarebbe poca scelta se non quella di introdurre altre misure di inasprimento».
In generale, secondo l'Ocse le manovre di risanamento dei conti dovrebbero «basarsi più su tagli alla spesa che su aumenti delle entrare». E no a nuovi condoni fiscali«sarebbero controproducenti».

Nel 2012 deficit-Pil a 1,6 - L'Ocse si aspetta che l'Italia riesca sostanzialmente a centrare l'obiettivo di riportare il bilancio in pareggio sul 2013: nel suo ultimo Economic Outlook l'ente parigino prevede ancora un deficit sull'anno in questione, ma ridotto allo 0,1 per cento del Pil. Sul 2011 sempre secondo l'Ocse il rapporto deficit-Pil italiano dovrebbe calare al 3,6 per cento, dal 4,5 per cento dello scorso anno, nel 2012 dovrebbe scendere all'1,6 per cento.

Nel 2013 disoccupazione all’8,6 - La disoccupazione torna a salire in Italia, avverte l'Ocse. Dopo un calo quest'anno all'8,1 per cento, dall'8,4 per cento del 2010, secondo le ultime previsioni dell'ente parigino nella penisola tornerà all'8,3 per cento sul 2012, e all'8,6 per cento nel 2013. Sono le stime contenute nell'ultimo Economic Outlook.

Ecco tutte le ipotesi al vaglio del governo Monti

ICI E RIVALUTAZIONE RENDITE: dopo essere stata cancellata dal governo Berlusconi torna l'Ici sulla prima casa: sarà rafforzata e fusa con l'Imu federale. In pratica una sorta di super-Imu ancorata a una rivalutazione delle rendite catastali che secondo le ultime ipotesi dovrebbe attestarsi al 15% del valore di mercato. Da questi due interventi sono attesi circa 5 miliardi di risparmi.

PENSIONI: in arrivo un anticipo della riforma complessiva allo studio del ministro Fornero. Da gennaio del prossimo anno potrebbe scattare il blocco dell'adeguamento dell'assegno al costo della vita e l'anticipo al 2012 dal 2013 dell'aggancio dell'età di pensionamento alla speranza di vita. Potrebbe invece essere posticipata l'applicazione del contributivo, nella forma pro-rata, per tutti. Sembra avere meno chance per ora lo stop dei pensionamenti d'anzianità. Dal blocco della perequazione automatica potrebbero arrivare ingenti risparmi: a seconda di come si scriverà la norma un assegno di mille euro potrebbe perdere da pochi euro fino a 30 euro al mese.

AUMENTO IVA: allo studio l'aumento di uno o due punti dell'Iva ordinaria al 21% e forse anche di quella agevolata del 10%. Con un innalzamento di un punto di entrambe le aliquote si potrebbero incassare oltre 8 miliardi, 6 miliardi se l'aumento fosse di un solo punto.

PATRIMONIALE: resta ancora incerto il ricorso alla patrimoniale in versione soft. Si ragiona su una misura a carattere temporaneo che riguarderà i patrimoni sopra un milione di euro. Il Pdl ha espresso netta contrarietà, favorevoli invece il Pd e i sindacati.

MISURE ANTI-EVASIONE: si rafforzano le misure adottate nelle ultime due manovre con l'arrivo di una nuova stretta sull'uso del contante. Si punta a un abbassamento della soglia di tracciabilità a 300-500 euro. Possibili misure ad hoc per la lotta al sommerso.

TAGLI SPESA: ci concentreranno sui costi di funzionamento e organizzazione della pubblica amministrazione: Province, enti e organismi collegiali, auto blu, consulenze e così via.

LIBERALIZZAZIONI: colpo di accelerazione sulle liberalizzazioni con un'attenzione particolare per i servizi pubblici locali, le professioni, e il rafforzamento dei poteri Antitrust nel caso di conflitto con leggi regionali. Ma anche liberalizzazione degli orari dei negozi, dei trasporti e della distribuzione del gas.

INFRASTRUTTURE: allo studio incentivi e regole che favoriscano la partecipazione dei capitali privati al finanziamento, realizzazione e gestione delle opere infrastrutturali. Si prevede anche lo sblocco delle opere pubbliche già cantierabili con l'identificazione di procedure ultra-semplificate.

ENERGIA E BANDA LARGA: potrebbero arrivare alcune norme allo studio del precedente governo con il dl sviluppo mai approvato.
Fra queste la modernizzazione delle reti energetiche e interventi per estendere la banda larga.