Crac San Raffaele, in cella il faccendiere Daccò
Concorso in bancarotta, il fondatore dell'ospedale San Raffaele don Verzé tra i 5 indagati. Da una telefonata, secondo quanto trapelato, è stata dedotta l'intenzione dell'intermediario di trasferirsi all'estero
MILANO - Era il 18 luglio quando Mario Cal, ex braccio destro di Don Verzè, decise di togliersi la vita con un colpo alla tempia. A quattro mesi di distanza, il suo nome, amara coincidenza, ricompare nel decreto di perquisizione disposto dai pm di Milano Luigi Orsi e Laura Pedio nell'ambito dell'inchiesta sul dissesto finanziario dell'Ente che oggi ha portato i militari della Guardia di Finanza a passare al setaccio atti e documenti, in case e uffici, tra cui quelli dello stesso fondatore del San Raffaele, Don Luigi Verzè, che è indagato per concorso in bancarotta insieme ad altri cinque.
La Guardia di Finanza ha perquisito inoltre due yatchs di Pierangelo Daccò, fermato dagli inquirenti intenti a preparare la richiesta di convalida che dovrebbe raggiungere domani mattina il tavolo del gip Vincenzo Tutinelli. Da una telefonata, secondo quanto trapelato, è stata dedotta l'intenzione dell'intermediario di trasferirsi all'estero. Anche una delle due barche, in particolare quella ormeggiata ad Ancona, da quanto si è saputo, sarebbe stata pronta per muoversi. Anche se «è sereno e non voleva assolutamente fuggire» assicura il suo legale Giampiero Biancolella, che aggiunge «è tranquillamente in grado di dare le sue spiegazioni».
Nel decreto di fermo, lungo una quarantina di pagine i pm ricostruiscono «la dinamica» delle contestazioni. L'attenzione degli inquirenti si concentra su tre operazioni, tra l'altro quella relativa alla Euroworldwide LLC di cui Daccò è beneficiario economico. Questa ha ricevuto due milioni di euro «attraverso Assion che riceveva dalla controllante Airviaggi srl che a sua volta riceveva dalla controllante Finraf spa - finanziata dalla Fondazione capogruppo - due milioni di euro».
L'erogazione, sottolineano i pm, veniva «fittiziamente e maliziosamente motivata con la prestazione di una consulenza commerciale (la ricerca sul mercato di un velivolo marca Bombardier modello Global Express) senza alcun interesse per la Fondazione», visto che era stato comprato un altro e costoso aereo modello Challenger 604. La cifra ricevuta viene considerata dalla procura «comunque sproporzionata» oltre ad essere stata «erogata in assoluto difetto di prestazione».
Prima svolta in un'indagine particolarmente complessa che vede gli inquirenti indagare su una realtà in movimento. Il fallimento. Era stata infatti questa la richiesta avanzata dalla procura il 29 settembre scorso per l'ospedale gravato da un miliardo e mezzo di debiti. Un mese dopo I giudici della sezione fallimentare del tribunale di Milano avevano però accolto la richiesta di concordato preventivo avanzata dal San Raffaele, pur evidenziando una serie di punti critici che ad avviso del tribunale meritano di essere approfonditi da parte dei tre commissari giudiziari che sono gia' stati nominati. Mentre dopo la morte di Cal, secondo quanto emerso, gli inquirenti avevano già acquisito migliaia di mail, oltre ad aver sentito decine e decine di persone. Così come faranno anche nei prossimi giorni.