16 aprile 2024
Aggiornato 17:00
La vita dei partiti | PD

Bersani si prepara al voto e stoppa le primarie: Decide il partito

Lo scenario del Governo di transizione non ha mai convinto il leader del PD. Riesplode intanto la grana dei Radicali, ma il Segretario non vuole alimentarla

ROMA - Il quadro della situazione, per le opposizioni, Pier Luigi Bersani lo ha tracciato questa sera, parlando in tv: Berlusconi vuole «tirare fino a Natale e poi andare a votare, oggi si è capito questo. Ha messo le fondamenta per mangiare il panettone e poi arrivare al rush finale». Il segretario democratico a questo punto scommette sul voto e gioca d'anticipo per bloccare le manovre contro la sua leadership ch ha già subodorato tra i democratici: il candidato alle primarie di coalizione lo sceglierà il partito, non si faranno primarie nel Pd.

Del resto, lo scenario del Governo di transizione non ha mai convinto Bersani e secondo più d'uno, a cominciare dal segretario Pd, è diventato ancora più remoto, dopo le parole pronunciate oggi da Silvio Berlusconi. E siccome le mosse di tanti hanno fatto capire a Bersani che nel partito si pensava di aprire la questione della sua leadership, Bersani ha sparigliato: «Io non accetterei mai di mettermi al riparo di una norma statutaria (lo statuto prevede che il candidato premier sia il segretario, ndr). Il partito decide il suo candidato in solidarietà e in responsabilità».
Il corollario di questa affermazione, è che non si faranno primarie tra candidati del Pd: «Non possiamo fare le primarie due volte. Ci sono gli organi di partito, decideranno». Insomma, se Matteo Renzi o altri nel Pd pensavano di aprire il tema della scelta del leader, Bersani ha subito frenato: discutiamone, ma negli organi di partito. Le primarie si fanno con gli alleati. E lì ci sarà certamente Nichi Vendola, ma anche Antonio Di Pietro, il che per Bersani non è poi così negativo. Il leader di Idv e il presidente della Puglia, infatti, in parte pescano su un elettorato simile e correndo entrambi, è la convinzione di Bersani, si danneggeranno a vicenda.

Sul fronte delle alleanze, Bersani ha riproposto lo schema: «Da Sel al Terzo polo», ovviamente non per rifare l'Unione, ha assicurato. Poi, se Pier Ferdinando Casini sceglierà di correre da solo sarà un problema suo. Tanto più che Bersani è convinto comunque di proporre un patto di legislatura a Casini anche dopo il voto. Certo, c'è la grana Radicali, che è esplosa di nuovo: i cattolici, Bindi e Franceschini in testa, pensano che sia arrivato il momento di rompere questa convivenza da sempre mal sopportata. Il segretario è furibondo con i Radicali, ma non vuole fare il loro gioco concedendogli la possibilità di recriminare su un'espulsione: «Si sono già autosospesi, vadano per la loro strada». Insomma, facciano loro, il Pd ha altro per la testa. Bisognerà vedere se i cattolici gli permetteranno di tenere questa linea.