Per il Governo domani nuova prova di fiducia
Sulla carta i voti a favore sono 319, incognita assenze scajoliani-malpancisti. Sempre politica la possibile assenza, tra le fila dei Responsabili, di Sardelli, Grassano e Porfidia
ROMA - Maggioranza sulla carta, ma quella assoluta è sul filo. Domani Silvio Berlusconi chiederà la fiducia in Parlamento, per la seconda volta in un mese e dopo due voti controversi come quelli su Papa e Milanese: il pallottoliere sembra rassicurare, ma resta l'incognita delle assenze. Poche le 'giustificate', di più quelle politiche.
Si parte da 319 voti a favore del Governo dopo lo scivolone sul Rendiconto di Stato: vi rientrano i 216 voti del Pdl esclusi Alfonso Papa (in carcere) e Pietro Franzoso; i 59 della Lega, i 29 dei Responsabili, i 3 Repubblicani e quelli di 12 deputati non iscritti a componenti ma parte del Misto. Resta però l'incognita assenze. Quelle giustificate: Filippo Ascierto, operato alla gamba, per il quale potrebbe essere necessario un trasporto in elicottero; Stefano Stefani (Lega), che al telefono ammette: «Ho prenotato l'aereo, ma se sto come oggi non ce la faccio proprio». Quelle politiche, da cercare soprattutto negli scajoliani, che al Cavaliere vorrebbero mandare un segnale: scendere sotto quota 316, a dimostrazione che da domani, come dal 14 dicembre scorso, il Governo è appeso ad un filo. Tentati dall'assenza sarebbero, tra loro, Giustina Destro e Fabio Gava, ma anche Roberto Antonione, Paolo Russo e Pietro Testoni.
Sempre politica la possibile assenza, tra le fila dei Responsabili, di Luciano Sardelli, Maurizio Grassano e Americo Porfidia. Quasi scontata l'assenza di Antonio Gaglione, del Misto. Mancherà con ogni probabilità anche Antonio Buonfiglio, ancora iscritto a Fli ma uscito dal partito. Dovrebbe invece essere al completo l'opposizione, salvo la probabile assenza di Mirko Tremaglia e quella, certa, di Elisabetta Zamparuti (Radicali), che si trova in Ruanda. In tutto, dovrebbero toccare quota 304 o 305.
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