29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Vigilia del voto di fiducia di domani

Scajoliani e il «patto del tè»: Sì alla fiducia, ma pressing sullo sviluppo

L'ex Ministro al bar: «Su questo si gioca il futuro del Governo. Con l'UDC nessuna intesa»

ROMA - Un gelato e una bevanda analcolica fra amici, alla vigilia del voto di fiducia previsto per domani. Claudio Scajola è sorridente e ostenta tranquillità. Conversa con sei o sette deputati, appartato nella sala da tè del bar Ciampini, al primo piano del locale, pieno centro di Roma. Ci sono Abrignani - sempre al cellulare - Cicu, Bertolini e Stracquadanio (due non catalogabili sotto la categoria scajoliani), Berruti. Anche Piero Testoni passa a salutare. La discussione è serena ma serrata, come fra chi ha già deciso cosa fare. L'ex ministro spiega ai presenti che domani «voteremo la fiducia», che ora l'obiettivo è battersi sul decreto sviluppo, «da lunedì». Una battaglia «determinante», ripete più volte, in cui si gioca il destino del governo.

Gira voce che alcuni scajoliani non siano intenzionati a essere presenti in Aula domani, ma il politico ligure assicura di aver convinto «personalmente» Gava, Destro e Antonione a votare per il governo. Al tavolo si percepisce un certo malcontento per quello che poteva essere, con Pier Ferdinando Casini, e per ora non è stato. Uno dei presenti riferisce di un colloquio avuto oggi con il leader centrista, ma sembra manchi un'intesa per un eventuale «dopo», al momento.

Il dopo si riferisce al governo Berlusconi, che per ora resta solo sulla carta. Certo, molto dipenderà dal decreto sviluppo, perchè non si tratta solo di convincere Tremonti ad allentare i cordoni della borsa: la partita, spiega uno dei deputati presenti, diventa «costringere Silvio a decidere, a fare», insomma a dare un segnale su quel provvedimento. «E' la partita decisiva», ribadisce Scajola. Finito il gelato la pattuglia lascia piazza San Lorenzo in Lucina, in attesa della prossima riunione.