Napolitano a Berlusconi: ci vuole una verifica
Il Premier pronto chiedere la fiducia. Verdini: «Nessun golpe, è stato un incidente». Capezzone: «I numeri ci sono». Casearo: «Ripresenteremo un nuovo rendiconto». Paolo Rosso (Pdl): «Siamo in trenta pronti a staccare la spina». Bersani: «L’unico chiarimento sono dimissioni». Donadi (Idv): «Napolitano di fatto ha aperto la crisi»
ROMA - Giorgio Napolitano ha premesso di avere «finora sempre preso imparzialmente atto della convinzione espressa dal governo e dai rappresentanti dei gruppi parlamentari che lo sostengono circa la solidità della maggioranza». Ma dopo il voto di ieri alla Camera e «l'innegabile manifestarsi di acute tensioni in seno al governo e alla coalizione», il presidente della Repubblica non ha nascosto le «preoccupazioni» e ha chiesto ora «risposte credibili» per capire se il governo può andare avanti garantendo «adempimenti imprescindibili come l'insieme delle decisioni di bilancio e soluzioni adeguate per i problemi più urgenti del paese».
Napolitano a Berlusconi: serve una risposta credibile - Al presidente del Consiglio e al Parlamento tocca dare «una risposta credibile», assicurando che la maggioranza è «in grado di operare con la costante coesione necessaria per garantire adempimenti imprescindibili come l'insieme delle decisioni di bilancio e soluzioni adeguate per i problemi più urgenti del paese». Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una dichiarazione il giorno dopo la bocciatura alla Camera del Def.
Troppe tensioni nella maggioranza - «Ho finora sempre preso imparzialmente atto - ha scritto Napolitano nella dichiarazione diffusa dal Quirinale - della convinzione espressa dal governo e dai rappresentanti dei gruppi parlamentari che lo sostengono circa la solidità della maggioranza che attraverso reiterati voti di fiducia ha confermato il suo appoggio all'attuale esecutivo. Ma la mancata approvazione, da parte della Camera, dell'articolo 1 del Rendiconto Generale dell'Amministrazione dello Stato, e, negli ultimi tempi, l'innegabile manifestarsi di acute tensioni in seno al governo e alla coalizione, con le conseguenti incertezze nell'adozione di decisioni dovute o annunciate, suscitano interrogativi e preoccupazioni i cui riflessi istituzionali non possono sfuggire».
Il governo può andare avanti così? - «La questione che si pone - ha sottolineato il capo dello Stato - è se la maggioranza di governo ricompostasi nel giugno scorso con l'apporto di un nuovo gruppo sia in grado di operare con la costante coesione necessaria per garantire adempimenti imprescindibili come l'insieme delle decisioni di bilancio e soluzioni adeguate per i problemi più urgenti del paese, anche in rapporto agli impegni e obblighi europei. E' ai soggetti che ne sono costituzionalmente responsabili, Presidente del Consiglio e Parlamento, che spetta una risposta credibile», ha concluso.
Verdini: «Nessun golpe, è stato un incidente» - «Non saranno assunte punizioni esemplari o provvedimenti contro i parlamentari assenti alla votazione sull'articolo 1 del Rendiconto dello Stato. Ci sarà però un chiarimento, quel che è accaduto è un fatto pesante. Ma è stato un incidente, una casualità per la somma di certi eventi. E' successo che in aula, in quattro, non hanno fatto in tempo a votare. Non c'è alcun golpe, alcun complotto. Diciamo che siamo stati eccessivamente liberi e follemente distratti». Così Denis Verdini, coordinatore Pdl, commenta, in una intervista al Messaggero, la battuta d'arresto alla Camera sull'assestamento di Bilancio, assicurando che non c'è «nessun complotto interno alla maggioranza».
Siamo stati troppo distratti, ma la politica non c’entra - «Non ci saranno provvedimenti proprio perché si è trattato di una casualità. Ci sarà un chiarimento, questo è ovvio, perché è un fatto pesante - spiega il coordinatore del Pdl -. Ma pensare a una non ricandidatura o sanzioni del genere non c'entra niente.
Si discuterà, facendo una profonda riflessione». All'opposizione che chiede che Berlusconi, come atto dovuto, salga al Quirinale Verdini replica: «Ma cosa volete che faccia, Silvio? Fa semplicemente il suo mestiere. Non c'è nessuna dietrologia che possa tenere. Avete visto, Giulio Tremonti si è materializzato in tempo, ma quando è entrato in aula la votazione si è subito chiusa senza che lui riuscisse a raggiungere il banco del governo. E' stato un incidente puro, vero e reale, grave. Ma non arreca nessuna conseguenza politica».
Capezzone: Berlusconi ha i numeri - «Il Presidente della Repubblica pone con linearità e serietà una questione, a cui occorre rispondere con altrettanta linearità e serietà attraverso un voto di fiducia che sia in grado di garantire i numeri, e, con essi, la conferma della possibilità di azione dell'Esecutivo. Ed è quanto la maggioranza ha già annunciato di voler fare». Lo ha affermato in una nota il portavoce del Pdl Daniele Capezzone.
Casearo: ripresenteremo il rendiconto - Oggi il governo deciderà su un eventuale voto di fiducia dopo la bocciatura dell'articolo 1 del Rendiconto generale dello Stato ieri a Montecitorio per rispondere a chi sostiene che non c'è più una maggioranza. Secondo il sottosegretario all'Economia, Luigi Casero «non c'è un tema politico» legato all'incidente di ieri, ma «oggi l'esecutivo» è pronto a prendere le sue decisioni su un eventuale voto di «fiducia» di cui «informerà la Camera». Il governo è pronto a ripresentare un rendiconto e procederà con l'approvazione del nuovo rendiconto».
Paolo Russo (Pdl): ci vuole un governo dei migliori - Paolo Russo, scajoliano di ferro, in un'intervista al Corriere della Sera, giudica così quello che è accaduto ieri a Montecitorio dove il governo è stato battuto sull'approvazione del rendiconto generale ossia sul bilancio dello Stato. «Seppure con grande amarezza - spiega - abbiamo avuto l'immagine plastica della situazione in cui viviamo e di come sia difficile andare avanti in questo modo».
In trenta siamo pronti a staccare la spina - Russo assicura che quello di ieri non è stato un agguato ma che si sta dissolvendo la maggioranza: «E' qual è la risposta dei vertici del partito? Serrare le fila con un sms che arriva all'ultimo momento oppure procacciando qua è là il voto di qualche responsabile», lamenta il deputato vicino a Scajola che fa sapere che «se Scajola avesse detto a me di staccare la spina ci sarebbe stato un gruppo di 30 deputati pronto a seguirci».
Chiediamo un governo di larghe intese - La soluzione secondo Russo è «un governo dei 'migliori' che riesca a ridurre il debito pubblico e a fare una nuova legge elettorale prima di andare al voto nel 2013. Io non mi rassegno allo sconfittismo che regna nel centrodestra perciò propongo subito un governo più ampio di questa maggioranza», anche con il Pd, perchè «siamo in una partita mondiale, vogliamo fare giocare il Milan invece della nazionale?».
Bersani: l’unico chiarimento sono le dimissioni - «Dopo la decisione della Giunta per il Regolamento e il messaggio del presidente della Repubblica, l'unico chiarimento possibile sono le dimissioni del Governo». Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, tornando a invocare le dimissioni all'indomani della sconfitta del governo in aula alla Camera sul Rendiconto generale di bilancio che mette a rischio la legge di stabilità dei conti pubblici.
Donadi (Idv): la crisi di fatto è già aperta - A giudizio di Italia dei Valori, «con le parole del presidente della Repubblica si è di fatta aperta la crisi, che ora va formalizzata» e quindi «il Governo ne prenda atto e si presenti al Colle dimissionario». Lo ha sottolineato il presidente dei deputati dipietrsiti Massimo Donadi.
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