2 maggio 2024
Aggiornato 00:00
La vita dei partiti | PD

Bersani tra le polemiche dei referendari e i distinguo di Veltroni

Lunedì la direzione del partito, si parlerà anche della vicenda Radicali: i cattolici come Bindi e i franceschiniani hanno annunciato battaglia

ROMA - Pier Luigi Bersani lunedì riunirà la direzione del partito e nelle sue intenzioni la riunione dovrebbe servire a mettere a fuoco la proposta del Pd per fare uscire l'Italia dalla crisi. La sensazione, però, è che quel clima di «tregua pre-elettorale» che ha sopito in questi mesi le discussioni nel partito stia un po' cambiando, man mano che l'ipotesi di una caduta del Governo diventa sempre più remota. L'intervista a Walter Veltroni sul Corriere della Sera, le punzecchiate dei referendari Parisi e Castagnetti, le polemiche dei cattolici contro i Radicali agitano le acque alla vigilia della riunione del parlamentino del partito e infastidiscono il segretario.

La lettura del Corriere aveva già messo in guardia Bersani. Le parole di Veltroni sono molto pacate nei toni, ma su diversi punti tracciano una strada assai diversa da quella indicata dal leader Pd: Veltroni dice chiaramente che andare a votare ora sarebbe «una disavventura»; che il Pd non deve rifare l'errore del '94 quando il Pds pensò che dopo tangentopoli la vittoria alle elezioni sarebbe stata scontata; che il partito deve darsi una «fisionomia riformista». Bersani, al contrario sembra convinto che il voto sia la strada migliore e lo fa capire anche quando parla in pubblico: anche lunedì ribadirà la disponibilità del partito a soluzioni di transizione, ma con i suoi ripete che è assai difficile che «Cicchitto e gli altri» accettino di fare un governo 'alla Ciampi. Inutile dire, poi, che a differenza di Veltroni il segretario ritiene che il Pd sia già ora un partito con una «fisionomia riformista». Quando poi Veltroni torna a contrapporre il «partito aperto» al «partito pesante» il segretario replica così: «Il dibattito non si esaurisce in due aggettivi».

Ma al segretario hanno dato ancora più fastidio le parole di Castagnetti oggi, seguite a quelle di Parisi nei giorni scorsi: «Quel milione e duecentomila firme - ha detto Castagnetti parlando del referendum - sono un monito a tutto il sistema politico, ma soprattutto al Pd chiamato a superare pigrizie e incertezze di fronte alle scelte di cambiamento che chiedono gli italiani». Parole che hanno irritato il segretario tanto da spingerlo per due volte, oggi, a replicare: «Non ci ho messo il cappello, ma i banchetti per raccogliere le firme sì», ha detto infastidito mentre parlava ai segretari provinciali. E qualche ora dopo: «Sono stupefatto dalle critiche, mi aspetterei ringraziamenti».

Quindi, il tema radicali: i cattolici come Bindi e i franceschiniani hanno annunciato battaglia in direzione. Bersani non ha intenzione di protrarre oltre questa polemica e non ha in agenda incontri con Marco Pannella. Ma il tema, lunedì, ci sarà.