Avvenire: «Lampedusa non può essere ancora lasciata sola»
Il quotidiano della CEI: «L'Italia ha dimenticato quell'isola, ora raccogliere appello»
ROMA - «Le persone non sono carte» e «non si può lasciare sola quella gente operosa». Il quotidiano della Cei Avvenire, in un editoriale dal titolo Rispettate Lampedusa sollecita all'Italia e al Governo una presenza forte e diversa sull'isola per gestire gli sbarchi degli immigrati nord-africani.
«L'Italia - ha denunciato l'editoriale del quotidiano dei Vescovi firmato da Marina Corradi - non può essere Paese in cui ci si deve barricare nelle scuole o dove gente finora pacifica arriva a prendere il bastone e pensare di doversi difendere da sola. Qualcosa non ha funzionato: nel meccanismo dei riconoscimenti di status, dei rimpatri in Tunisia, in tempi e lentezze burocratico». Così come «non è stato colto l'allarme, come credendo che anche le persone possano aspettare, come le carte e le leggi».
«Ma mille uomini in attesa del loro destino - ha bacchettato Avvenire- non aspettano. E il miraggio sia pure fasullo e disperato dell'Italia unito alle notizie dei primi rimpatri in Tunisia ha generato una rivolta e la guerriglia su un'isola normalmente in pace». Perchè, «come si fa a ricordarsi di quella piccola isola laggiù, nodo di speranze e disperazione, e di quei mille venuti dal mare in rabbiosa attesa, quando le Borse cadono, gli spread si impennano, le Procure incalzano e il Governo ansima...?: Come, appunto, se gli uomini potessero aspettare, come carte, circolari e leggi». Mentre ora «non si può ancora ignorare l'appello accorato del Sindaco».
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