Per il Governo sconfitte a ripetizione alla Camera, Fini: «E' fragile»
Molte le assenze nella maggioranza. Pd: «Regge solo sui voti di fiducia». Il Presidente della Camera: «Un governo che sotto per cinque volte di seguito qualche campanello d'allarme dov
ROMA - Sono giorni difficili per il governo Berlusconi: la situazione economica sempre più critica, il declassamento da parte di Standard&Poor's, le vicende giudiziarie che coinvolgono il premier. E in Parlamento non va meglio: a meno di quarantotto ore dal delicato voto sulla richiesta di arresto di Marco Milanese, l'ex braccio destro di Giulio Tremonti, l'esecutivo è stato ripetutamente sconfitto in Aula alla Camera.
La debacle è avvenuta su un provvedimento apparentemente innocuo: la proposta di legge, già approvata dal Senato, per lo sviluppo degli spazi verdi urbani. A guardare i tabulati delle votazioni che hanno portato all'approvazione (con 8-12 voti di scarto) di quattro emendamenti dell'opposizione su cui il governo aveva espresso parere negativo, non sembra emergere alcuna operazione politica. Piuttosto uno sbandamento generale. Nella sconfitta infatti hanno pesato più che altro le assenze nella maggioranza: deputati del Pdl e Ministri, soprattutto. Semivuoti i banchi del governo: mancano Umberto Bossi, Roberto Maroni, Giulio Tremonti, Ignazio La Russa, Gianfranco Rotondi, Paolo Romani, Franco Frattini, Stefania Prestigiacomo, Michela Brambilla, Renato Brunetta, Silvio Berlusconi, Saverio Romano. Fanno eccezione le ministre Mara Carfagna, Giorgia Meloni, Anna Maria Bernini, Mariastella Gelmini, presenti a gran parte delle votazioni. Tra gli altri spiccano le assenze di Guido Crosetto, Alfredo Mantovano, Eugenia Roccella, Gaetano Pecorella, Angelino Alfano, Niccolò Ghedini, Claudio Scajola, Denis Verdini. Sconfessato anche il relatore il leghista Angelo Alessandri che, alla prima battuta di arresto del governo, chiede un rinvio in Commissione del testo che, messo ai voti, viene bocciato. Il governo a correre ai ripari decidendo di non esprimere più alcun parere sugli emendamenti, e, attraverso l'intervento del sottosegretario all'Ambiente Elio Belcastro, rimettendo all'Aula tutto.
«Un governo che sotto per cinque volte di seguito qualche campanello d'allarme dovrebbe farlo squillare... Evidentemente c'è una maggioranza molto fragile, in termini politici», ha osservato il presidente della Camera e leader di Fli, Gianfranco Fini, che oggi ha presentato un libro alla Camera insieme a Giuseppe Pisanu. E il senatore del Pdl, che proprio due settimane fa ha chiesto un passo indietro a Berlusconi per agevolare la nascita del nuovo governo, la pensa come la terza carica dello Stato: «La debolezza politica è dovuta al fatto che il Governo con la maggioranza numerica non è in grado di reggere i pesi dei problemi che incombono, e il Parlamento non è in grado di cambiare il governo. Di qui l'enormità del problema politico». Il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini, commenta: «Primi due voti della settimana, maggioranza battuta due volte. Senza voto di fiducia la maggioranza non c'è più».
Il provvedimento dopo numerosi stop and go nel corso del pomeriggio viene approvato all'unanimità anche con il voto della Lega che con il capogruppo Marco Reguzzoni si era detta contraria alle norme dell'articolo due votando contro. Circostanza che ha fatto annotare al democratico Roberto Giachetti: «Capisco che la confusione regni nella maggioranza e di conseguenza finisca anche nella Lega. Vorrei solo ricordare al Presidente del gruppo della Lega che il Presidente della Commissione Ambiente, della Lega, Alessandri, è anche, relatore del provvedimento e l'intervento che ha fatto il collega Reguzzoni indubbiamente esplicita qualche problema che esiste all'interno della Lega...».